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Non si arrende. Antonello Masia,
sostituito nell’incarico di direttore generale dell’Università da Marco Tomasi
(a cui lo scorso 17 luglio è andato il “buon lavoro” da parte del Codau,
presidente Periti in testa, come si legge a pag. 2 del pdf
cliccabile qui)
gira e rigira è sempre lì, altro titolo, altro incarico, sempre la stessa
faccia, la sua. Stavolta però dietro la sua porta ci sta scritto “Capo
Dipartimento Antonello Masia”. In attesa dell’insediamento del nuovo
direttore generale ha pensato di
continuare a firmare “decreti direttoriali”. Un esempio?
Eccolo.
Ma, ammesso che in attesa dell’insediamento del nuovo direttore generale i
decreti direttoriali di “ordinaria amministrazione” li possa firmare il
capo-dipartimento, è lecito domandarsi se tale prassi possa essere estesa
anche a ciò che ordinario non è. Soprattutto se tali decreti hanno preceduto
solo di pochi giorni l’insediamento del nuovo direttore generale, Marco
Tomasi. L’operato di Antonello Masia , in verità, ha sollevato in noi
qualche interrogativo. Esiste veramente Marco Tomasi
nell’organigramma del Miur?
Da quello che appare
si direbbe di no: non solo Tomasi non esiste, ma c’è sempre Masia.
In ogni caso, al di là delle etichette, Antonello Masia prima come direttore
generale e ora come
capo-dipartimento, ha continuato a occuparsi di Mariella Eboli e attraverso
l’Avvocatura dello Stato continua a polemizzare sulla nomina di Fabrizio De
Filippis come Commissario ad Acta (per maggiori approfondimenti
clicca qui).
Intanto la seduta del Tar che doveva decidere l’ammissione in soprannumero
della Eboli, programmata per l’1 luglio,
è slittata ancora e in attesa della sentenza Masia ha annunciato che
farà ricorso al Consiglio di Stato al quale già due volte era ricorso,
perdendo in entrambi i casi. Nel frattempo ha inviato a tutti i rettori
interessati, firmandosi col nuovo titolo di “Capo del Dipartimento per
l'Università, l'AFCAM e della Ricerca”, una lettera che annulla i
preparativi per lo svolgimento del concorso a tutti gli idonei del 1990.
Fin qui Masia. Ma, considerato che
dal 14 luglio si è insediato il nuovo direttore generale, ci domandiamo se
questi condivida l’operato del suo predecessore e se farà suoi proprio tutti
i decreti direttoriali emessi da Masia in tempo di “sede vacante”. Caso
Eboli in primis...
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