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Siamo stati i primi a dirlo
in un
articolo dello scorso aprile,
quando sul caso Paris avevamo scritto: “… Del nutrito incartamento fanno
parte anche resoconti di intercettazioni telefoniche; verbali di
perquisizioni (che hanno portato alla luce pure alcuni cd, naturalmente
sequestrati dal Pm Pappalardo); i nomi di tutti gli economisti agrari
italiani, schedati da Prestamburgo secondo quattro “strati” di affidabilità
(“A” - i più obbedienti - valutazione da 0,8 a 1.0; “B”, valutazione da 0,2
a 0,7; “C”, valutazione da 0,0 a 0,1; “D” - i non addomesticabili -
valutazione 0,0); e persino il “Modello di votazione proposto” che nel ’90
Prestamburgo aveva messo a punto per facilitare le indicazioni di voto, con
tanto di istruzioni per l’uso”.
E ora delle “schede di affidabilità” degli economisti agrari italiani
compilate e diffuse all’interno della ristretta cerchia di fedelissimi da
Mario Prestamburgo, ordinario di Economia e Politica agraria all’Università
di Trieste, ex presidente della Sidea (Società italiana di Economia
agraria), già deputato dell’Ulivo, già sottosegretario alle Politiche
agrarie del Governo Dini e regista che da anni muove le fila del Corpo
accademico nazionale del settore; del modello di votazione da lui proposto,
vere e proprie “dritte” per facilitare la costituzione di Commissioni di
concorso “fidate”, e delle istruzioni per l’uso, un vero e proprio diktat di
comportamento (diktat: “… ordine autoritario indiscutibile emanato da un
potere rappresentativo”, Wikipedia), ne ha parlato anche la stampa nazionale
(“la Repubblica”, edizione di Firenze – 9 novembre 2008).
Noi oggi saremmo in grado di mostrarvi quelle “carte”, pervenute anche sui
tavoli della nostra redazione, e che sono (repetita iuvant):
1) Una lettera RISERVATA PERSONALE, indirizzata agli amici carissimi
(leggasi fedelissimi del prof. Prestamburgo, ovvero, nell’ordine di
intestazione: A. Bacarella, F. Bellia, P. Gaio, L. Idda, A. Marinelli, C.
Schifani, C. Sturiale) e inviata alla vigilia di un concorso nazionale del
’90 per 37 posti di professore associato in Economia agraria ed Estimo
rurale;
2) L’elenco di tutti i professori ordinari e associati dell’Economia agraria
nazionale con, accanto ad ogni nome, una lettera dell’alfabeto indicativa
del loro “grado” di affidabilità (quattro “strati”: “A” - i più obbedienti -
valutazione da 0,8 a 1.0; “B”, valutazione da 0,2 a 0,7; “C”, valutazione da
0,0 a 0,1; “D” - i non addomesticabili - valutazione 0,0), relativo ad anni
più recenti, in occasione di un concorso a Parma del 2003;
3) Le istruzioni per l’uso con l’indicazione degli “aspetti positivi” e
degli aspetti “negativi” di ogni candidato a membro della Commissione di
concorso, inviate in occasione del concorso del ’90.
Tra il dire e il fare dei giornali, però, ci sono di mezzo le nuove
disposizioni liberticide della stampa democratica, che non ci consentono di
mostrare quelle carte, non in questo momento, almeno. Quindi dovete fidarvi,
in attesa di poterle finalmente leggere.
Ma come funzionerebbe il sistema, secondo i documenti venuti alla luce? La
spiegazione è del professore Quirino Paris: “Il processo di reclutamento si
svolge cronologicamente – nella mente e nelle azioni dei docenti che si
aggregano in un vero e proprio gruppo di potere – attraverso due fasi,
l’individuazione e selezione dei vincitori del concorso e l’organizzazione
delle votazioni (a scrutinio segreto) per eleggere una Commissione che porti
a buon fine i “desiderata” del gruppo di potere”. “Una volta eletta la
Commissione blindata – continua Paris – il gioco è fatto, qualsiasi sia il
valore scientifico dei candidati che abbiano fatto domanda. Basta solo
rispettare una vuota formalità nella stesura dei verbali che raramente e con
scarso successo saranno impugnati e annullati. Quando il gruppo di potere
verifica la sua capacità di far dichiarare ‘idoneo’ anche un asino, ne
scaturisce – come inevitabile corollario – il desiderio nepotista di far
dichiarare ‘idonei’ figli e figlie, mogli e nipoti”. “Il sistema
universitario italiano – conclude il professore trentino, dal ’69 docente di
Economia agraria all'University of California, Davis,
sette volte querelato
a Roma da quella che egli chiama “cupola accademica” e
denunciante a sua
volta a Trieste – non ammette alcuna penalità per l’assunzione di vere e proprie mediocrità:
non esiste una quota limite per questo tipo di soggetti”.
Che quasi tutti i concorsi universitari in Economia agraria fossero
strettamente pilotati da una ferrea “cabina di regia” era, fino a poco tempo
fa, soltanto “un’ipotesi di lavoro” prontamente smentita dagli interessati
(e gridata da anni con forza dal prof. Paris).
I documenti ora emersi costituiscono un ulteriore, importante elemento verso
l’affermazione di quell’ipotesi.
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