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Non sarà difficile per il nuovo
rettore dell’Università di Palermo, il radiologo Roberto Lagalla,
essere davvero “magnifico”: gli basterà non seguire la strada segnata
dall’ingegnere Giuseppe
Silvestri - ordinario di Chimica industriale e tecnologica al Dipartimento
di Ingegneria chimica dei
Processi e dei Materiali dell’Ateneo - a partire dall’anno di grazia 1999.
Anno di grazia per
l’ex-rettore, naturalmente, che, dopo il primo triennio, approfittando della
storia,
giuridicamente tormentata, dello Statuto, approvato, emanato, impugnato,
modificato, approvato
di nuovo, reimpugnato, rimodificato, riapprovato, riemanato, nelle more
degli intoppi
burocratico-giuridici che ne derivarono ebbe la possibilità – complice la
Commissione preposta
alla revisione, che adattò articoli, parole e commi alla bisogna - di
dimettersi, interrompendo
la continuità che ostava alla riconferma, e… di ricandidarsi di nuovo, come
nuovo, col rinnovato
Statuto post-impugnazione. (Per maggiori e più illuminanti informazioni
clicca qui…).
Non è stato l’unico, d’altra parte, il serafico Silvestri, nel panorama
variegato dei sempiterni
rettori delle Università italiane, a incollarsi alla poltrona senza
soluzione di continuità: molti
di loro, chi più chi meno, approfittando di regole scritte, ma non
applicate; di Statuti rivisitati
in doppie e triple versioni; di autonomie male interpretate e di libertà da
Paese delle Banane, hanno
scelto di lasciare, su quei troni, i segni tangibili della loro lunga
permanenza. (Per approfondire
clicca qui).
Ma archiviamo (finalmente) la Silvestri-story (non prima però di avervi
segnalato un’altra
“variazione sul tema”)
e torniamo al nuovo rettore. Che al primo colpo, con trecento voti più del
quorum, ha
sbaragliato (e sorpreso) coi suoi 1640 voti l’agguerrita concorrenza: il
preside della Facoltà
di Giurisprudenza Giuseppe Verde – 335 preferenze - e il direttore dell’Orto
Botanico Francesco
Maria Raimondo, rimasto al palo coi suoi 239 voti.
Entrambi, nel giorno dell’elezione – altissima l’affluenza ai seggi, intorno
al 90% - non hanno
risparmiato al vincitore, tra i complimenti e le rituali strette di mano -
stilettate e colpi bassi.
“E’ stata una campagna elettorale vera e propria e di pressioni esasperate -
ha detto Raimondo - con
atteggiamenti non consueti nell’Accademia” (abituata da anni – aggiungiamo
noi – a non avere un
confronto reale e a essere addomesticata a seconda delle convenienze).
E a Raimondo ha fatto eco Verde, sulla stessa lunghezza d’onda: “Abbiamo
fatto i conti con un
apparato quasi da elezioni: intorno ai seggi, presidi (il riferimento al
principale
sponsor di Lagalla, il preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia Adelfio
Elio Cardinale, n.d.r.),
dirigenti, autorevoli colleghi, studenti pilotati”.
Musi lunghi malcelati e finte diplomazie a parte, la scena il 2 luglio,
nel giorno dell’elezione,
è stata tutta per il nuovo rettore, sul quale si sono concentrate anche le
preferenze di chi
avrebbe votato per il giuslavorista Alessandro Garilli - ex preside della
Facoltà di Scienze
politiche, docente di Diritto del Lavoro, stretto collaboratore dell’ex
rettore Silvestri e
suo rappresentante per fatti attinenti a controversie di lavoro - se nel
frattempo Garilli non avesse cambiato idea sull’opportunità di una sua
candidatura diretta.
“La grande dimensione del consenso, che mi conforta – ha dichiarato a caldo
il neoeletto, che si
insedierà il prossimo primo novembre – favorirà la realizzazione dei
progetti. Punteremo sulla
qualificazione dell’Università, su un Ateneo competitivo, attento alla
didattica e ai giovani”.
Un progetto preciso, più che una semplice dichiarazione d’intenti. Da parte
di un decisionista
come lui che, da ex responsabile della Sanità alla Regione Siciliana, ha
affrontato con
determinazione, e in parte ripianato, i disastrati conti dell’Assessorato
(oggi il deficit
è di 2,5 miliardi di euro che – per il presidente della Regione Raffaele
Lombardo – potrà essere
azzerato entro il prossimo 30 settembre), c’è da aspettarsi un buon
risultato.
A condizione che intraprenda la strada reale dell’autonomia e
dell’indipendenza e non si lasci
inquinare da tutti quei quintali di smog esistenti fuori dalle stanze
rettorali, ma anche nelle
loro più immediate vicinanze.
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