giugno-luglio/agosto 2008 numero 78/79

attualità
E’ Roberto Lagalla il nuovo rettore dell’Università di Palermo
I commenti dei due rivali: “Pressioni esasperate, atteggiamenti non consueti
nell’Accademia” (Raimondo), “Studenti pilotati, apparato da elezioni” (Verde)
 

di  f. p.

nella foto: Roberto Lagalla

Non sarà difficile per il nuovo rettore dell’Università di Palermo, il radiologo Roberto Lagalla, essere davvero “magnifico”: gli basterà non seguire la strada segnata dall’ingegnere Giuseppe Silvestri - ordinario di Chimica industriale e tecnologica al Dipartimento di Ingegneria chimica dei Processi e dei Materiali dell’Ateneo - a partire dall’anno di grazia 1999. Anno di grazia per l’ex-rettore, naturalmente, che, dopo il primo triennio, approfittando della storia, giuridicamente tormentata, dello Statuto, approvato, emanato, impugnato, modificato, approvato di nuovo, reimpugnato, rimodificato, riapprovato, riemanato, nelle more degli intoppi burocratico-giuridici che ne derivarono ebbe la possibilità – complice la Commissione preposta alla revisione, che adattò articoli, parole e commi alla bisogna - di dimettersi, interrompendo la continuità che ostava alla riconferma, e… di ricandidarsi di nuovo, come nuovo, col rinnovato Statuto post-impugnazione. (Per maggiori e più illuminanti informazioni clicca qui…).

Non è stato l’unico, d’altra parte, il serafico Silvestri, nel panorama variegato dei sempiterni rettori delle Università italiane, a incollarsi alla poltrona senza soluzione di continuità: molti di loro, chi più chi meno, approfittando di regole scritte, ma non applicate; di Statuti rivisitati in doppie e triple versioni; di autonomie male interpretate e di libertà da Paese delle Banane, hanno scelto di lasciare, su quei troni, i segni tangibili della loro lunga permanenza. (Per approfondire clicca qui).


Ma archiviamo (finalmente) la Silvestri-story (non prima però di avervi segnalato un’altra “variazione sul tema”) e torniamo al nuovo rettore. Che al primo colpo, con trecento voti più del quorum, ha sbaragliato (e sorpreso) coi suoi 1640 voti l’agguerrita concorrenza: il preside della Facoltà di Giurisprudenza Giuseppe Verde – 335 preferenze - e il direttore dell’Orto Botanico Francesco Maria Raimondo, rimasto al palo coi suoi 239 voti.

Entrambi, nel giorno dell’elezione – altissima l’affluenza ai seggi, intorno al 90% - non hanno risparmiato al vincitore, tra i complimenti e le rituali strette di mano - stilettate e colpi bassi.
“E’ stata una campagna elettorale vera e propria e di pressioni esasperate - ha detto Raimondo - con atteggiamenti non consueti nell’Accademia” (abituata da anni – aggiungiamo noi – a non avere un confronto reale e a essere addomesticata a seconda delle convenienze).
E a Raimondo ha fatto eco Verde, sulla stessa lunghezza d’onda: “Abbiamo fatto i conti con un apparato quasi da elezioni: intorno ai seggi, presidi (il riferimento al principale sponsor di Lagalla, il preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia Adelfio Elio Cardinale, n.d.r.), dirigenti, autorevoli colleghi, studenti pilotati”.

Musi lunghi malcelati e finte diplomazie a parte, la scena il 2 luglio, nel giorno dell’elezione, è stata tutta per il nuovo rettore, sul quale si sono concentrate anche le preferenze di chi avrebbe votato per il giuslavorista Alessandro Garilli - ex preside della Facoltà di Scienze politiche, docente di Diritto del Lavoro, stretto collaboratore dell’ex rettore Silvestri e suo rappresentante per fatti attinenti a controversie di lavoro - se nel frattempo Garilli non avesse cambiato idea sull’opportunità di una sua candidatura diretta.

“La grande dimensione del consenso, che mi conforta  –  ha dichiarato a caldo il neoeletto, che si insedierà il prossimo primo novembre – favorirà la realizzazione dei progetti. Punteremo sulla qualificazione dell’Università, su un Ateneo competitivo, attento alla didattica e ai giovani”.

Un progetto preciso, più che una semplice dichiarazione d’intenti. Da parte di un decisionista come lui che, da ex responsabile della Sanità alla Regione Siciliana, ha affrontato con determinazione, e in parte ripianato, i disastrati conti dell’Assessorato (oggi il deficit è di 2,5 miliardi di euro che – per il presidente della Regione Raffaele Lombardo – potrà essere azzerato entro il prossimo 30 settembre), c’è da aspettarsi un buon risultato.

A condizione che intraprenda la strada reale dell’autonomia e dell’indipendenza e non si lasci inquinare da tutti quei quintali di smog esistenti fuori dalle stanze rettorali, ma anche nelle loro più immediate vicinanze.


 


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