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Chi l’ha
detto che i rettori delle Università italiane passano e vanno, senza
lasciare un’impronta? La lasciano invece, ed entrano nella storia.
I rettori delle Università italiane lasciano l’impronta sulle loro poltrone
accademiche: un’impronta concreta, che prende la forma dei loro deretani.
Tutto regolare, per carità, tutto secondo legge, anzi secondo Statuto. Che
se non è consono alla bisogna, viene adeguato: prima della scadenza dei
mandati, naturalmente. Per far sì che chi non può più essere rieletto venga
rieletto. Trucchetti italici, giochini da furbetti di un quartierino grande
301.338 Kmq, isole comprese.
A Cagliari l’ingegnere Pasquale Mistretta governa l’Ateneo dal ’91. Diciotto
anni di regno incontrastato, un rettorato maggiorenne che può pure votare
alle prossime elezioni, un record che altri rettori italiani però stanno
provando a soffiargli: a Campobasso, dove l’Ateneo non si è nemmeno
scomodato di adattare lo Statuto - che infatti taglia la testa al toro e non
prevede alcun numero massimo di mandati - “re” Giovanni Cannata, eletto nel
’95, sta per cominciare il suo quinto mandato – la riconferma è dello scorso
19 aprile – e a Macerata il professore Febbraio, a dispetto del nome, non si è
limitato a regnare solo un mese e si è scollato invece dalla
poltrona accademica dopo dodici anni di incontrastate stagioni.
Staccati di qualche mandato – Mistretta è ancora lontano, ma non
irraggiungibile – c’è il rettore di Modena Giancarlo Pellacani - che, dopo i
necessari correttivi allo Statuto, alla fine dell’anno prossimo chiuderà tre
mandati - e c’è il noto e chiacchieratissimo collega dell’Ateneo fiorentino
Augusto Marinelli, che insieme al figlio ha riempito intere pagine dell'ormai
noto volume sul baronato accademico e che nonostante tutto - complice uno Statuto
rivisitato – è stato riconfermato alla sua Magnifica poltrona per il terzo
mandato consecutivo.
A Pisa la Scuola Normale nei più di duecento articoli dello Statuto
modificati nel 2006 ci ha messo dentro anche quello sulla durata del mandato
di rettore, che dunque dall’anno scorso è autorizzato a correre anche per il
terzo mandato, seppure con la clausola dei due terzi dei consensi per la
rielezione: se il rettore in carica Salvatore Settis – data di scadenza del
mandato 31 ottobre 2007 – vorrà essere riconfermato, dunque,
potrà farlo, colleghi permettendo. E sempre a Pisa, all’Università, si
stanno dando un gran da fare per modificare lo Statuto e consentire
all’attuale rettore in carica Marco Pasquali, “giovincello” al suo secondo
mandato, di correre per il terzo. E a Roma Tre? Altre modifiche (ancora in
atto) allo Statuto e altra corsa alla riconferma di Guido Fabiani per la
terza volta consecutiva. E Foggia e Ancona? Non sono da meno: lì le
modifiche sono state fatte in tempo e i rettori sono già al loro terzo
mandato (i dati sono stati tratti in massima parte da: Valeria Giglioli,
“Università, il ‘regno’ dei rettori: in carica anche per 16 anni”, l’Unità,
20 aprile 2007).
E Palermo? Pensate sia da meno? La moltiplicazione dei mandati rettorali ha
avuto un’occasione ghiotta che sarebbe stato davvero idiota farsi scappare:
la storia, giuridicamente tormentata, dello Statuto: approvato, emanato,
impugnato, modificato, approvato di nuovo, reimpugnato, rimodificato,
riapprovato, riemanato... Ciò che ha consentito, alla Commissione preposta
alla revisione, di adattare articoli, parole e commi alla bisogna, e al
Magnifico Silvestri, rettore dell’Ateneo palermitano dal ’99 - nelle more
degli intoppi burocratico-giuridici - di dimettersi, interrompendo la
continuità che ostava alla riconferma, e… di ricandidarsi di nuovo, come nuovo,
col rinnovato Statuto post-impugnazione, non prima però di avere
scoraggiato – a dar credito alla controparte - la concorrenza (per maggiori
dettagli rimandiamo alla lettura del nostro
editoriale del numero 41, maggio
2005).
E alla scadenza del terzo mandato? Se si è disabituato alla docenza a tempo
pieno, il Magnifico palermitano potrebbe sempre prestare il volto alla nota
marca di detersivi, quella che in uno spot televisivo fa tornare i maglioni sempre nuovi.
A meno che non decida, come i suoi Magnifici colleghi e normativa
permettendo - di rimettere in discussione lo Statuto: non mettiamo limiti
alla provvidenza delle modifiche…
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