maggio 2007 numero 65

attualità
In dirittura d’arrivo il nuovo Regolamento per i concorsi
a ricercatore
Anche lettere referenziali di presentazione nel complicato sistema
di cooptazione. E intanto l’Andu protesta e attacca
 

di  f. p.

nella foto: Una vecchia lettera di raccomandazione

E’ stato inviato al Cun e alla Crui lo scorso 3 maggio dal ministro Fabio Mussi lo Schema di Regolamento per lo svolgimento dei concorsi a ricercatore allo scopo di ottenere i prescritti pareri precedenti l’emanazione.
Lo Schema – che prevede un ambito di applicazione locale e un complicatissimo sistema di cooptazione con creazione di non meglio identificati macro-settori scientifico-disciplinari - non ha incontrato l’approvazione dell’Andu, l’Associazione nazionale docenti universitari, che analizza e attacca - come l’ha prontamente ribattezzato - “il topolino di Mussi”: “Quanto previsto dal Regolamento del 3 maggio chiarisce la scelta di Mussi: l’attuale potere di cooptazione personale, con i connessi fenomeni di nepotismo e di clientelismo, deve essere comunque salvaguardato. In sintesi, la pratica applicazione delle ‘nuove’ modalità concorsuali previste da Mussi sarà la seguente.
Come finora sempre accaduto, il ‘maestro’ si darà da fare per ottenere il bando di un concorso a ricercatore per un posto destinato al suo ‘allievo’ che, assieme ad altri candidati, sarà valutato da 5-7 ‘commissari’ (‘esperti revisori’) internazionali (da 0 a 2) e nazionali (5), che avranno a disposizione complessivamente fino a 20 o 24 o 28 ‘punti’ da attribuire ad ogni candidato. I giudizi dei ‘commissari’ nazionali-internazionali, concernenti le pubblicazioni scientifiche, serviranno esclusivamente a stilare una lista di ‘idonei’ per quel concorso (‘lista ristretta di concorrenti’) da cui l'Ateneo sceglierà il vincitore”.
“Il meccanismo è tale – continua l’Andu nella sua dettagliata analisi - che della lista possono fare parte sia chi ha ottenuto complessivamente 14.5 ‘punti’, sia chi ne ha ricevuti 28. Questa eventuale differenza potrà non avere alcuna influenza sulla scelta finale del vincitore, visto che i sette componenti della commissione di Ateneo non sono obbligati a tenere in considerazione il diverso valore scientifico degli appartenenti alla ‘lista ristretta di concorrenti’. Infatti, in questa direzione, nell'attuale versione del Regolamento è stata tolta la precedente previsione che la graduatoria finale fosse il risultato dalla somma dei voti assegnati dai ‘commissari’ nazionali e dai commissari locali”.

“In concreto – continua l’Andu - sarà sufficiente che l'allievo del maestro riesca ad entrare nella lista per avere altissime probabilità di essere scelto da una Commissione locale che non interverrà più sulle qualità scientifiche dei candidati, ma nei seminari valuterà ‘la padronanza delle conoscenze e metodologie scientifiche, nonché le capacità espositive e comunicative di ciascun concorrente’. Per rendere ancora più chiaro che tale giudizio non si baserà sulle capacità scientifiche dei candidati, è previsto che alla prova locale partecipino anche commissari con competenze che non hanno nulla a che vedere con gli ambiti di ricerca dei candidati”.

In attesa che si concluda l’iter burocratico, noi scegliamo di non commentare, limitandoci a osservare che:

1) un Regolamento che già alla fase di gestazione viene attaccato in modo così plateale non nasce sotto i migliori auspici

2) un Regolamento che prevede – facendole rientrare nei cinque criteri di valutazione – “lettere di presentazione” dei concorrenti, dando di fatto dignità alle raccomandazioni, ricorda quel proverbio che dice: “Se non puoi sconfiggere il tuo nemico, fattelo amico”.

Secondo questi criteri, anche il “baronato accademico”, prima o poi, avrà dignità di legge.


 


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