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La nostra ultima intervista
all’ingegnere Eliodoro Pomar, il papà del motore a scoppio che per la sue
caratteristiche innovative è in grado di rivoluzionare il settore
motoristico mondiale e che Ateneo Palermitano ha scoperto e lanciato
nell’iperspazio del web, risale al 2005. Qualcuno, su Internet, si è chiesto perché…
- Ingegnere, la nostra
prima chiacchierata sul suo
motore è del 2004,
poi ne è seguita un’altra, l’anno successivo.
Da allora sono passati quasi tre anni e c’è stato chi recentemente, su blog
tematici e forum di motori di ricerca, ha chiesto: che fine ha fatto il
motore Pomar? Un segno di interesse che non è stato affievolito neppure dal
nostro lungo silenzio. Perciò, le giriamo la domanda e ne approfittiamo per
la terza intervista…
- Le spiego. Dopo aver ottenuto il brevetto nazionale di cui le ho parlato
nell’ultima intervista, ho fatto domanda per ottenere quello internazionale.
La domanda è stata depositata più o meno tre anni fa, ma purtroppo i tempi
necessari per ottenere un brevetto internazionale sono dell’ordine di
grandezza di alcuni anni e la mia pratica non è ancora giunta a conclusione.
Ciò perché gli esami per giudicare dell’originalità dell’idea sono lunghi e
complessi e comportano scambi di corrispondenza con l’esaminatore in diverse
fasi del processo di concessione. Ottenere un brevetto internazionale in
materia di motori è, oltre che complesso, anche molto costoso e difficile,
in quanto si toccano interessi assai potenti, strenuamente difesi. La
lunghezza delle procedure non mi meraviglia: sono molto informato su questa
materia perché sono stato tra i pochi ad avere ottenuto già nello stesso
settore altri due brevetti internazionali. Comunque i tre anni passati non
sono trascorsi in attesa passiva dei pareri degli esaminatori: sono già
stati realizzati due prototipi di un compressore funzionante secondo il mio
brevetto, che hanno fornito notizie e dati interessanti e lusinghieri.
La scelta di realizzare un meccanismo destinato a comprimere i gas, anziché
indirizzarmi direttamente sul motore a scoppio, è stata una scelta
obbligata, propedeutica alla successiva fase destinata alla realizzazione di
un motore endotermico. Tale meccanismo, infatti, pone problemi più semplici,
ma preliminari a quelli posti dal motore, che è anche un compressore.
- La realizzazione di due prototipi avrà comportato un impegno economico
gravoso per un’iniziativa privata come la sua…
- Gravoso, ma sicuramente più contenuto dell’altro, quello previsto per
la seconda fase, la realizzazione del motore, che richiederà la
partecipazione di ditte specializzate, nonché l’impiego di fondi di
finanziamento provenienti da Istituzioni pubbliche o di privati, che
potranno convincersi ad investire i capitali necessari solo dopo aver visto
funzionare il meccanismo cinematico al banco di prova. Ciò, naturalmente,
sperando che il tanto parlare che si fa da ogni parte circa gli incentivi
all’innovazione possano tradursi in risultati economicamente tangibili a
favore di un ricercatore. La realizzazione di un compressore egregiamente
funzionante è già comunque, di per sé, suscettibile di rivoluzionare un
settore importantissimo della meccanica, che è alla base di numerose
applicazioni quali, ad esempio, quelle che concernono l’industria del freddo
– macchine frigorifere per l’industria alimentare, climatizzatori, ecc. –
settore nel quale in Italia siamo quasi totalmente tributari dell’Estero. In
tale settore le realizzazioni già ottenute, che saranno in seguito
certamente migliorate, sono sufficienti a permettere l’inizio della
sperimentazione industriale di serie. Nel frattempo l’idea-impresa legata al
primo prototipo del compressore è risultata
tra le vincitrici della Start Cup
dell’Università di Catania e come tale ha partecipato al Premio Nazionale
per l’Innovazione di Napoli, suscitando vivo interesse fra gli esaminatori e
i venture capitalist presenti.
- Tre anni fa abbiamo detto che il suo motore era a un passo dal primo
“rumoroso vagito”… C’è stato poi, questo vagito?
- Se lo intendiamo riferito - come all’epoca dell’ultima intervista - al
meccanismo posto per la prima volta sul banco di prova, c’è stato, tant’è
che sono stati realizzati – come le dicevo – ben due prototipi del
compressore, anche se di vagito “rumoroso” non si può parlare, visto che
entrambi hanno ottime prestazioni e sono estremamente silenziosi e privi di
vibrazioni; se lo riferiamo invece al motore endotermico, sarà emesso al
momento giusto
dal suo prototipo, il cui progetto è già pronto e potrà essere realizzato
solo se si avranno i mezzi materiali per costruirlo e svilupparlo. Spero che
i contatti, nel frattempo già presi, raggiungeranno con rapidità lo scopo
finale, che è quello di rivoluzionare totalmente la tecnica attuale nella
materia. Tale rivoluzione sarà in grado di porre l’albero a gomiti tra le
curiosità dell’archeologia industriale.
- Ingegnere, di norma alla realizzazione dei prototipi segue una fase
operativa che prevede alla fine l’immissione sul mercato dei nuovi prodotti.
Quali progetti nell’immediato futuro del suo motore?
- Del compressore ho già detto: ha raggiunto lo stadio delle necessarie
prove di affidabilità. Per il motore, invece, tutto dipende dall’entità dei
mezzi che potranno essere reperiti per la sua sperimentazione, che tuttavia
non sembra presentare problemi particolarmente difficili. Se essi saranno
adeguati sia qualitativamente, sia quantitativamente – in fondo si
tratterebbe di mezzi abbastanza modesti – si potrà già disporre della
tecnologia necessaria per procedere alla fase di produzione di una serie
pilota nel periodo di circa un anno.
- Quali sono le caratteristiche tecniche più significative del motore
Pomar?
- Grazie alla sua grande semplicità costruttiva sono da attendersi
da esso un prezzo di produzione ed un rendimento organico assai più
interessanti di quelli forniti dai motori a pistoni alternativi attualmente
in uso. In conseguenza dobbiamo aspettarci minori consumi di combustibile –
e quindi minor tasso di inquinamento – maggiori valori della coppia motrice
e una sua maggiore uniformità. Si avranno inoltre un peso ed un ingombro
notevolmente inferiori a parità di potenza erogata.
Questo motore, in effetti, seguendo idealmente il solco evolutivo che dal
motore a 4 tempi ha portato a a sviluppare il motore a 2 tempi, permette di
realizzare quello che possiamo definire un motore ad un solo tempo, un
meccanismo cioè che concretizza una concentrazione di potenza assai maggiore
rispetto a quella ottenibile mediante il cinematismo classico a pistoni
alternativi finora di impiego comune.
- Ci faccia capire meglio… Quest’evoluzione del motore endotermico - da 4
tempi a 2 tempi e adesso, grazie alla sua invenzione, a un tempo solo - che
cosa significa, in concreto?
- Significa che la miscela combustibile bruciata, per ogni giro
dell’albero motore del monocilindrico a 4 tempi, è circa la metà di quella
bruciata nel cilindro di egual volume di un motore alternativo a 2 tempi ed
1/8 di quella bruciata nel motore ad un tempo nel quale ogni camera
toroidale ha volume pari a quello del cilindro del 4 tempi.
Ciò perché nel motore monocilindrico a 4 tempi si verifica un’esplosione
ogni 2 giri dell’albero motore, nel monocilindrico a 2 tempi si ha
un’esplosione per ogni giro e nel motore ad un tempo si hanno 4 esplosioni
per ogni giro.
Inoltre, mentre nel motore endotermico a 4 tempi è necessario avere delle
valvole di distribuzione, nel motore a 2 tempi tali valvole sono sostituite
da semplici luci di passaggio dei gas così come nel motore ad un tempo nel
quale le 4 fasi (aspirazione, compressione, espansione e scarico) avvengono
in cavità diverse, ma tutte in un unico giro dell’albero, e quindi “ad un
tempo”. In realtà però, la potenza generata dal motore ad un tempo sarà
ancora maggiore di 8 volte quella del 4 tempi di riferimento e potrà
calcolarsi prudenzialmente almeno di 10 volte maggiore, perché il
particolare cinematismo adoperato permette regimi di rotazione più alti a
parità di sollecitazione dei materiali, per la riduzione delle forze
d’inerzia delle parti in movimento. L’esperienza confermerà fino a che punto
sarà possibile spingere l’aumento della potenza specifica effettivamente
conseguibile nella realtà; fin da adesso però è possibile affermare che una
nuova era si apre circa le prestazioni ottenibili dai motori endotermici a
pistoni, per la possibilità che potrà offrire nel nuovo cinematismo
l’impiego di nuovi materiali – si pensa alle ceramiche – nella costruzione
degli organi soggetti alle alte temperature.
- Ingegnere, che cosa rispondiamo a quei navigatori del web preoccupati del
futuro del motore Pomar?
- Rispondiamo di attendere con fiducia, non tanto in me che ho già fatto la
parte essenziale di questo lavoro, ma in coloro che, ben ispirati e
fiduciosi nel futuro e nelle loro capacità imprenditoriali, decideranno di
unire ai miei i loro sforzi per portare a compimento una delle più grandi
innovazioni della tecnica motoristica fin qui realizzate.
Da parte mia non ho dubbi che, giunti a questo punto, il successo sarà non
solo sicuro, ma anche molto vicino.
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