novembre 2007 numero 71

attualità
Mercadante torna in carcere e si dimette da deputato dell’Ars
Inaugurata alla prima udienza istruttoria del processo la sua nuova linea difensiva
 

di  Norman Narayan

nella foto: Giovanni Mercadante

Giovanni Mercadante - radiologo, professore associato di Radiologia interventistica alla Scuola di specializzazione di Radiologia dell'Universita' di Palermo, primario del servizio di Radiodiagnostica e Radiologia Interventistica dell'Ospedale oncologico palermitano "Maurizio Ascoli" e fino a qualche giorno fa deputato di Forza Italia all’Assemblea regionale siciliana - è tornato in carcere e si è dimesso da parlamentare.
La decisione di ripristinare la situazione precedente agli arresti ospedalieri per motivi di salute – era stata recentemente adottata dalla seconda sezione del Tribunale di Palermo davanti alla quale Mercadante deve rispondere di associazione mafiosa e voto di scambio.
Dopo Palermo e Vibo Valentia, il carcere stavolta è quello di Parma, dove esiste una struttura sanitaria che è stata considerata idonea a curare la grave forma di depressione di cui l’imputato soffre.
Intanto Mercadante ha cambiato avvocati e linea difensiva. I nuovi legali, che succedono a Nino Mormino e Roberto Tricoli, sono Grazia Volo e Leo Mercurio, che lo assistono con la collaborazione dell’avvocato Francesca Li Vecchi; la nuova tesi della difesa – inaugurata in questi giorni alla prima udienza istruttoria del processo a suo carico - è quella dell’accanimento contro il personaggio pubblico: “Da tempo penso – ha detto il radiologo – che forse l’accanimento giudiziario di cui sono stato fatto oggetto derivi anche dal fatto che io abbia dato l’impressione di voler mantenere a tutti i costi lo status di deputato regionale”.
La scelta dell’imputato – il cui posto di parlamentare a Sala d’Ercole passa automaticamente all’ex sindaco di Cefalù Simona Vicari – ha dunque anche una finalità processuale.
“Tolgo il disturbo” ha detto l’imputato all’udienza, e subito dopo ha precisato, facendo riferimento al pensionamento anticipato dal Maurizio Ascoli: “Mi dimetto da tutto” (nessun accenno però all’incarico accademico).
Il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè, appresa la notizia, ha commentato: “Mi spiace per le dimissioni, ma spero che le ragioni che il collega ha esposto… possano velocizzare il chiarimento della sua posizione”.

I guai per Mercadante sono cominciati quando il pentito Antonino Giuffrè ha fatto il suo nome come persona "totalmente a disposizione", medico di fiducia e consigliere del capo mafia Bernardo Provenzano.
“Innocente ero e innocente rimango – ha detto all’udienza il professore palermitano – Sfido chiunque a dimostrare che io abbia mai fatto qualcosa di funzionale agli interessi di Cosa Nostra”.
Al di là delle ragioni dell’accusa e di quelle della difesa, è un fatto però che Giovanni Mercadante ha una parentela “scomoda”: il boss di Prizzi Tommaso (Masino) Cannella, suo cugino e imputato al “Maxiter”.
Il radiologo, d’altra parte, non ha mai tentato di nasconderlo e anzi, a chiusura della sua testimonianza all’udienza, ha aggiunto: “La madre di Cannella mi allattò per sei mesi. Per me (Cannella, n.d.r.) era più di un parente”.
Del caso Mercadante - legato al processo denominato “Operazione Gotha”, che vede coinvolti mafiosi e personaggi di spicco del mondo politico, professionale e imprenditoriale palermitano - ci siamo occupati più volte su questo giornale (tutti i link negli "argomenti correlati" della colonna qui a fianco), a partire dalla notizia del suo clamoroso arresto, a luglio dello scorso anno.


 


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