giugno 2007 numero 66

attualità
Micidiale scherzo di un gruppo di studenti dell’Alma Mater bolognese
Diffusi finti buoni-omaggio di crediti formativi. Lo scopo? Evidenziare le assurdità del sistema universitario nazionale
 

di  f. p.

nella foto: Il Pasquino delle famose “pasquinate” romane

Ci mancava solo questa! Non c’è pace per l’Università degli Studi di Bologna.
Prima la storia, tutt’altro che edificante, dei brogli concorsuali conditi di pallottole calibro 9 a cura della coppia baronale accademica Meduri - Scorolli (di cui ci siamo occupati a marzo e aprile di quest’anno).
Poi le contestazioni che ha dovuto incassare per certe discutibili e poco trasparenti scelte che hanno premiato dirigenti con indennità di rendimento a prescindere dal rendimento (per maggiori dettagli rimandiamo ad “Ateneo Palermitano” di febbraio di quest’anno)
E ora i crediti formativi guadagnati come i punti-omaggio per gli acquisti scontati al supermercato.

Ma vediamolo da vicino questo tiro mancino dagli scopi benemeriti - quello di evidenziare certe assurdità del sistema universitario nazionale – che, con la complicità della rete, ha messo alla berlina un Ateneo di tradizione, il quale naturalmente non ha gradito lo scherzo e ha reagito come peggio non avrebbe potuto.

Lunedì 14 maggio Graziano Pepone – un nome fittizio dietro il quale si cela un gruppo di (geniali) studenti buontemponi dell’Università di Bologna (ma più probabilmente un solo studente laureando…), inizia a seminare in giro per l’Ateneo centinaia di buoni da n. 1 credito formativo universitario. Ogni buono rimanda a un sito, www.unibologna.eu, che richiama graficamente quello istituzionale dell’Ateneo (www.unibo.it) e che utilizza lo stesso logo grazie a una semplice operazione di copia-incolla. E che comunque, nella sua pagina introduttiva, precisa che trattasi di “iniziativa critica sul meccanismo dei crediti formativi” - e non del sito ufficiale dell’Ateneo: insomma, molto più semplicemente, un “subvertising ironico”.
Nonostante la precisazione, che evidentemente sfugge ai più, molti studenti ci credono, come dimostra il video su YouTube che Graziano Pepone diffonde sul web.

In un paio di giorni il sito riceve centinaia di contatti e gli Uffici di segreteria dell’Ateneo vengono letteralmente invasi da richieste di riconoscimento dei crediti “catturati” con una casuale e fortunata caccia al tesoro di buoni-omaggio. L’Ateneo reagisce e quattro giorni dopo invia al provider utilizzato da Graziano Pepone una e-mail di protesta. Il provider chiede a Graziano Pepone di cambiare i file, Graziano Pepone cambia il provider.
L’Ateneo che, facendo i conti senza l’oste, aveva creduto con quella mossa di indurre a più miti consigli Graziano Pepone, deve ricredersi e attacca di nuovo, denunciando alla Polizia postale unibologna.eu come phishing, quell’attività truffaldina messa in atto per rubare dati finanziari e password clonando siti ufficiali. E intanto blocca l’accesso a quel sito nella rete Intranet dell’Ateneo. La Polizia postale per alcuni giorni oscura unibologna.eu. Ora il sito - che naturalmente non aveva lo scopo di rubare né soldi né password a nessuno e che invece voleva ottenere l’attenzione mediatica (che ha ottenuto) intorno al concetto di Ateneo come esamificio e fabbrica di punti pro-laurea - è di nuovo in linea.
E Graziano Pepone sul web è diventato un eroe.

Quando capiranno i soloni delle Università italiane che in tempi di Internet non è più possibile coprire il “fisiologico derivato dell’intestino crasso di ogni essere umano” con la neve?
Piuttosto che ricorrere a inutili (e ridicoli) tentativi di censura per proteggere un’immagine accademica fortemente offuscata sarebbe più serio se cercassero di candeggiarla, quell’immagine, per restituirla davvero agli antichi e ormai dimenticati splendori.

E a proposito di crediti formativi, un nostro amico di Bologna ce ne ha procurati un centinaio: la seconda laurea è assicurata...


 


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