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Ci mancava solo questa! Non c’è pace per l’Università degli Studi di
Bologna.
Prima la storia, tutt’altro che edificante, dei brogli concorsuali conditi
di pallottole calibro 9 a cura della coppia baronale accademica Meduri -
Scorolli (di cui ci siamo occupati a
marzo e
aprile di quest’anno).
Poi le contestazioni che ha dovuto incassare per certe discutibili e poco
trasparenti scelte che hanno premiato dirigenti con indennità di rendimento
a prescindere dal rendimento (per maggiori dettagli rimandiamo ad “Ateneo
Palermitano” di febbraio di quest’anno)
E ora i crediti formativi guadagnati come i punti-omaggio per gli acquisti
scontati al supermercato.
Ma vediamolo da vicino questo tiro mancino dagli scopi benemeriti - quello
di evidenziare certe assurdità del sistema universitario nazionale – che,
con la complicità della rete, ha messo alla berlina un Ateneo di tradizione,
il quale naturalmente non ha gradito lo scherzo e ha reagito come peggio non
avrebbe potuto.
Lunedì 14 maggio Graziano Pepone – un nome fittizio dietro il quale si cela
un gruppo di (geniali) studenti buontemponi dell’Università di Bologna (ma
più probabilmente un solo studente laureando…), inizia a seminare in giro
per l’Ateneo centinaia di buoni da n. 1 credito formativo universitario.
Ogni buono rimanda a un sito,
www.unibologna.eu,
che richiama graficamente quello istituzionale dell’Ateneo (www.unibo.it) e
che utilizza lo stesso logo grazie a una semplice operazione di
copia-incolla. E che comunque, nella sua pagina introduttiva, precisa che
trattasi di “iniziativa critica sul meccanismo dei crediti formativi” - e
non del sito ufficiale dell’Ateneo: insomma, molto più semplicemente, un
“subvertising ironico”.
Nonostante la precisazione, che evidentemente sfugge ai più, molti studenti
ci credono, come dimostra il
video su YouTube che Graziano Pepone diffonde
sul web.
In un paio di giorni il sito riceve centinaia di contatti e gli Uffici di
segreteria dell’Ateneo vengono letteralmente invasi da richieste di
riconoscimento dei crediti “catturati” con una casuale e fortunata caccia al
tesoro di buoni-omaggio. L’Ateneo reagisce e quattro giorni dopo invia al
provider utilizzato da Graziano Pepone una e-mail di protesta. Il provider
chiede a Graziano Pepone di cambiare i file, Graziano Pepone cambia il
provider.
L’Ateneo che, facendo i conti senza l’oste, aveva creduto con quella mossa
di indurre a più miti consigli Graziano Pepone, deve ricredersi e attacca di
nuovo, denunciando alla Polizia postale unibologna.eu come phishing, quell’attività
truffaldina messa in atto per rubare dati finanziari e password clonando
siti ufficiali. E intanto blocca l’accesso a quel sito nella rete Intranet
dell’Ateneo. La Polizia postale per alcuni giorni oscura unibologna.eu. Ora
il sito - che naturalmente non aveva lo scopo di rubare né soldi né password
a nessuno e che invece voleva ottenere l’attenzione mediatica (che ha
ottenuto) intorno al concetto di Ateneo come esamificio e fabbrica di punti
pro-laurea -
è di nuovo in linea.
E Graziano Pepone sul web è diventato un eroe.
Quando capiranno i soloni delle Università italiane che in tempi di Internet
non è più possibile coprire il “fisiologico derivato dell’intestino crasso
di ogni essere umano” con la neve?
Piuttosto che ricorrere a inutili (e ridicoli) tentativi di censura per
proteggere un’immagine accademica fortemente offuscata sarebbe più serio se
cercassero di candeggiarla, quell’immagine, per restituirla davvero agli
antichi e ormai dimenticati splendori.
E a proposito di crediti formativi, un nostro amico di Bologna ce ne ha
procurati un centinaio: la seconda laurea è assicurata...
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