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Il
presidente della Crui Guido Trombetti a nome di tutti i rettori delle
Università italiane ha preso carta e penna e ha scritto al presidente del
Consiglio Romano Prodi, al ministro dell’Università Fabio Mussi e al
ministro dell’Economia e delle Finanze Tommaso Padoa Schioppa. L’oggetto? La
catastrofica situazione economica degli Atenei, già precaria negli anni
passati, ma che, secondo Trombetti, nel 2007 ha raggiunto il “punto di non
ritorno”.
Responsabile della situazione quasi fallimentare – secondo il
presidente della Crui – è il meccanismo di finanziamento ordinario degli
Atenei “che, ormai da vari anni, attribuisce ai bilanci delle singole
Università il carico degli aumenti stipendiali automatici derivanti dallo
stato giuridico dei docenti e conseguenti alla contrattazione nazionale e
integrativa per il personale tecnico e amministrativo, senza un parallelo
incremento del Ffo (Fondo per il finanziamento ordinario delle Università,
che costituisce la principale fonte di entrata delle Università statali,
n.d.r.)”.
La lettera – che, non a caso, arriva al tavolo dei destinatari
nell’imminenza della discussione governativa sul Dpef (Documento di
programmazione economico-finanziaria, n.d.r.) – suggerisce un sistema
anti-deficit, l’unico, secondo Trombetti: fare “assumere allo Stato la spesa
incrementale che deriva e continuerà a derivare dall’aumento delle
retribuzioni”. “Operativamente – continua il presidente della Crui – una
soluzione potrebbe essere quella di scorporare la spesa stipendiale di
pertinenza di ciascun Ateneo dal rispettivo Ffo, con la costituzione di uno
specifico capitolo all’interno di quest’ultimo, ovvero di un vero e proprio
fondo a sé per gli assegni fissi”. Fondo che ogni anno dovrà essere
incrementato per gli aumenti stipendiali.
Gli Atenei le cui spese per assegni fissi dovessero eccedere l’importo del
fondo di pertinenza – scrive ancora Trombetti - sarebbero costretti a
mettere in atto un piano di rientro che potrebbe prevedere anche il
temporaneo blocco delle assunzioni.
Altra voce che secondo il presidente della Crui pesa notevolmente sul
bilancio delle Università comprensive di Facoltà di Medicina è quella
relativa agli stipendi “del personale universitario docente e non docente
convenzionato con il Servizio sanitario nazionale” che attualmente viene
retribuito dalle Università anche per la parte dovuta per l’attività
assistenziale. Secondo Trombetti queste spese non dovrebbero più pesare
sugli Atenei, ma sulla Sanità.
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