settembre-ottobre 2009 numero 90/91

attualità
Profondo rosso
Occhi puntati sui conti dell’Ateneo palermitano: la Magistratura apre un’inchiesta
 

di  Francesca Patanè

 

Non è l’unico e nemmeno il peggiore (almeno così pare fino a questo momento), ma fa buona compagnia agli altri Atenei dove i conti non tornano, come Siena per esempio, tanto per citarne uno tra i più eclatanti.
E la Magistratura apre un’inchiesta, sollecitata dalle recenti dimissioni, poi ritirate, dell’ultimo direttore amministrativo Gabriele Cappelletti (eletto appena il 18 giugno), che se n’era andato via sbattendo la porta senza nemmeno pagare gli stipendi e la cui permanenza al vertice amministrativo dell’Università di Palermo, come quella del precedente Vincenzo Petrigni – eletto lo scorso marzo e trenta giorni dopo dimessosi – sarebbe durata solo un mese, giorno più giorno meno, se nel frattempo lo stesso direttore non fosse stato convinto a ritirarle.
D’altra parte proprio le due dimissioni ravvicinate hanno dimostrato che l’Università di Palermo è sull’orlo della bancarotta.

Leonardo Agueci, procuratore aggiunto di Palermo, vuole vederci chiaro su quei conti e soprattutto sul bilancio consuntivo 2008, l’ultimo siglato Giuseppe Silvestri. Così si è messo in testa di approfondire la recente dichiarazione del rettore Lagalla che ha ammesso ufficialmente l’esistenza di un consistente deficit nelle casse dell’Ateneo palermitano ereditato dalla precedente gestione Silvestri.

I dati sono sconfortanti: trenta milioni di deficit strutturale nel 2008, ma si parla di dati complessivi superiori per più annualità da cinquanta a cento milioni. Un dissesto, meglio dire un disastro, che si sarebbe prodotto nel corso di più gestioni.
Quello che ancora si salva sono gli stipendi, stando sempre alle dichiarazioni alla stampa locale del rettore: “Non c’è alcuna difficoltà a pagare gli stipendi e a saldare le fatture”.
Per risollevare le entrate dell’Ateneo Lagalla ha parlato di vendita del patrimonio immobiliare non essenziale alle attività istituzionali. “Dalla vendita – ha detto il rettore – pensiamo di ricavare otto milioni e mezzo”. A questa somma si aggiungerebbe il risparmio sugli affitti – circa 500 mila euro – che si otterrà trasferendo alcuni uffici, al momento dislocati in diverse parti della città, allo Steri e all’Hotel de France.


argomenti correlati:



Torna al sommario..........



Hai un argomento da proporre?  Entra nel forum di Ateneo palermitano e avvia il dibattito con gli altri navigatori
.............................. entra



Oppure scrivi una e-mail
al Direttore
............................. scrivi

 

© Ateneo palermitano - tutti i diritti riservati