Il nuovo Policlinico: parla Pecoraro E il direttore generale dellAzienda
Policlinico dellUniversità di Palermo, una patata bollente "storica"
dellAteneo. Ma è stato anche, per tanti anni, al timone dellaltra patata
bollente accademica, lOpera Universitaria: è lì che la sua "grinta
decisionistica" si è fatta le ossa. Ora, con laria sorniona del "gli
facciamo vedere chi siamo" affronta le grane con le idee chiare del manager da
manuale. Che non è quello, come molti credono, che non sbaglia mai, ma quello che ha la
saggezza di non ritenersi perfetto e il fegato di agire comunque.
Lo incontriamo nel suo studio, in piena tempesta Bindi-Zecchino.
Dott. Pecoraro, la legge Bindi-Zecchino approvata nel 2000, che
regola i rapporti tra le Facoltà di Medicina degli Atenei italiani e il Sistema Sanitario
Nazionale, a giudicare dalle proteste che ha scatenato, pare sia di difficile applicazione
e anzi ha portato a divergenze tra i due.
Qual è loggetto del contendere?
Non credo che ci sia un contenzioso tra i Policlinici e le Università per quanto riguarda
i rapporti che li legano. I Policlinici sono strutture autonome dallUniversità con
gestione uguale a quella prevista per le Aziende del Sistema Sanitario Nazionale. |
Oggi la legge
Bindi-Zecchino puntualizza ulteriormente questi concetti, dota le Aziende ospedaliere
universitarie di personalità giuridica, rafforzandole come soggetti giuridici, crea le
premesse, attraverso linee guida emanate questanno, per una maggiore chiarezza dei
rapporti che devono intercorrere tra il Sistema Sanitario Regionale e le Università,
definendoli in modo più preciso.
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