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Ricordate Giuseppe Alessandro
Scardina, ennesima vittima della concorsopoli palermitana?
Ovvero quel ricercatore di Medicina - Dipartimento di Scienze stomatologiche
- con 32 lavori che gli furono “negati” dalla Commissione del concorso a cui
aveva partecipato perché nel bando era stato inserito un tetto massimo di 10
pubblicazioni? (la candidata predestinata alla vittoria – Chiara Di Liberto
– ne aveva solo 9 e senza il tetto massimo servito per stroncare la mole di
pubblicazioni di Scardina non avrebbe mai potuto vincere con una parvenza di
legittimità).
Allora vi abbiamo reso conto del ricorso del dott. Scardina a cui aveva
fatto seguito la sentenza del Tar
che gli aveva dato ragione.
Naturalmente la vincitrice fino a prova contraria, come noi l’avevamo
chiamata, si è appellata al Consiglio di Giustizia Amministrativa per la
Regione Siciliana, ma il C.G.A., condividendo le argomentazioni del Tar, le
ha risposto picche. E in sede giurisdizionale il 26 giugno 2008
ha
definitivamente rigettato l’appello.
La sentenza è stata depositata in segreteria il 22 aprile di quest’anno,
ovvero quasi un anno dopo la pronuncia, alla faccia della celerità della
giustizia italiana, e questo spiega il ritardo con il quale vi stiamo
informando.
Nel frattempo però, a marzo del 2008, secondo quanto deciso dalla sentenza
di primo grado, l'Università di Palermo ha correttamente rifatto la
procedura comparativa con una nuova Commissione e il concorso è stato vinto
proprio da lui, Alessandro, anzi Giuseppe Alessandro Scardina, in ruolo
ormai da un anno.
“All’s well that ends well”, avrebbe detto il buon William.
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