gennaio-febbraio 2009 numero 84/85

attualità
Ordini e contrordini (in linea col sistema)
Nuova e poco edificante puntata del caso Chinnici

di  f. p.

nella foto: "Il Paese di Pulcinella", la copertina dell'album del gruppo  "Radici nel cemento"

Ricordate il caso del professore palermitano Giorgio Chinnici, in rotta di collisione con i vincitori di un concorso a quattro posti di professore ordinario di “Statistica sociale” bandito nell’89?

Ricordate che Chinnici, all’epoca docente associato all’Università di Palermo, a quel concorso si era candidato a partecipare e con lui altri tre associati non in servizio a Palermo – Pierantonio Bellini, Giuseppe Puggioni e Marisa Civardi – e una ricercatrice dell’Ateneo palermitano, Vincenza Capursi, tutti e quattro poi dichiarati vincitori, nonostante i ricorsi di Chinnici che aveva evidenziato l’illegittimità della composizione della Commissione giudicatrice (per i motivi precisati sul precedente articolo a cui vi rimandiamo)?
E ricordate, infine, che Chinnici viene confortato, in questa sua convinzione, da una sentenza del Tar del Lazio che, pur a diciotto anni di distanza, gli dà ragione e annulla tutti gli atti impugnati dal ricorrente?

Bene, c’è una seconda puntata, adesso, anzi, una seconda e anche una terza, a partire dallo scorso 26 agosto, quando, come un fulmine a ciel sereno, il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale, a seguito dell’appello presentato dalla controparte del prof. Chinnici – Capursi, Bellini, Puggioni e Civardi – emette un’ordinanza per la sospensione dell’efficacia della sentenza del Tar Lazio-Roma che aveva dato ragione al docente palermitano.

La terza puntata è dello scorso 3 febbraio, quando sempre il Consiglio di Stato (con presidente di Commissione cambiato) in linea con quanto stabilito prima, annulla la sentenza, ultimo atto di un’azione prevedibile, alla luce di quanto scritto sull’ordinanza del 26 agosto: “… appare non condivisibile la soluzione di accoglimento adottata nella sentenza impugnata (quella del Tar del Lazio, n.d.r.)”.
Una procedura, al di là del merito, sicuramente discutibile. Si può, infatti – ci chiediamo noi, da ignoranti di prassi di legge (ma se l’è chiesto anche, insieme a noi, il professore Chinnici) – anticipare clamorosamente un giudizio, e quindi l’esito di un procedimento, prima che il procedimento si sia concluso e la sentenza sia stata emanata?

Dubbi e perplessità a parte, come ha reagito il professore Chinnici a quest’ultima poco confortante novità? Di ritorno da un viaggio a Roma, dove insegna alla “Sapienza” (al Master di Scienze criminologiche diretto dal prof. Francesco Bruno), e in attesa di leggere le motivazioni del dispositivo del C.d.S., ci ha rilasciato una dichiarazione disincantata che evidenzia tutta la sua amarezza: “Sono indignato, ma non mi interessa più proseguire”.

Una cosa è certa, comunque: in qualsiasi modo evolverà la situazione noi saremo qui a raccontarvela. Sperando di non sdegnarci troppo.

 


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