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Ricordate
il caso
del professore palermitano Giorgio Chinnici, in rotta di collisione con i
vincitori di un concorso a quattro posti di professore ordinario di
“Statistica sociale” bandito nell’89?
Ricordate che Chinnici, all’epoca docente associato all’Università di
Palermo, a quel concorso si era candidato a partecipare e con lui altri tre associati non in
servizio a Palermo – Pierantonio Bellini, Giuseppe Puggioni e Marisa Civardi
– e una ricercatrice dell’Ateneo palermitano, Vincenza Capursi, tutti e
quattro poi dichiarati vincitori, nonostante i ricorsi di Chinnici che aveva
evidenziato l’illegittimità della composizione della Commissione
giudicatrice (per i motivi precisati sul precedente articolo a cui vi
rimandiamo)? E ricordate, infine, che Chinnici viene confortato, in questa sua
convinzione, da una sentenza del Tar del Lazio che, pur a diciotto anni di
distanza, gli dà ragione e annulla tutti gli atti impugnati dal ricorrente?
Bene, c’è una seconda puntata, adesso, anzi, una seconda e anche una terza,
a partire dallo scorso 26 agosto, quando, come un fulmine a ciel sereno, il
Consiglio di Stato in sede giurisdizionale, a seguito dell’appello
presentato dalla controparte del prof. Chinnici – Capursi, Bellini, Puggioni
e Civardi – emette un’ordinanza per la sospensione dell’efficacia della
sentenza del Tar Lazio-Roma che aveva dato ragione al docente palermitano.
La terza puntata è dello scorso 3 febbraio, quando sempre il Consiglio di
Stato (con presidente di Commissione cambiato) in linea con quanto stabilito
prima, annulla la sentenza, ultimo atto di un’azione prevedibile, alla luce
di quanto scritto sull’ordinanza del 26 agosto: “… appare non condivisibile
la soluzione di accoglimento adottata nella sentenza impugnata (quella del
Tar del Lazio, n.d.r.)”. Una procedura, al di là del merito, sicuramente
discutibile. Si può, infatti – ci chiediamo noi, da ignoranti di prassi di
legge (ma se l’è chiesto anche, insieme a noi, il professore Chinnici) –
anticipare clamorosamente un giudizio, e quindi l’esito di un procedimento,
prima che il procedimento si sia concluso e la sentenza sia stata emanata?
Dubbi e perplessità a parte, come ha reagito il professore Chinnici a
quest’ultima poco confortante novità? Di ritorno da un viaggio a Roma, dove
insegna alla “Sapienza” (al Master di Scienze criminologiche diretto dal prof.
Francesco Bruno), e in attesa di leggere le motivazioni del dispositivo del
C.d.S., ci ha rilasciato una dichiarazione disincantata che evidenzia tutta
la sua amarezza: “Sono indignato, ma non mi interessa più proseguire”.
Una cosa è certa, comunque: in qualsiasi modo evolverà la situazione noi
saremo qui a raccontarvela. Sperando di non sdegnarci troppo.
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