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Vi ricordate di quando
abbiamo
scritto del Sum?
Se non avete voglia di rileggere quel nostro vecchio articolo riassumiamo in
breve: il Sum è quell’Istituzione fiorentina mangiasoldi che rientra
nell’elenco delle figlie delle galline bianche, leggasi strutture
megagalattiche tutto fumo e poco arrosto che, contrariamente alla maggior
parte delle strutture accademiche, come la vecchia pubblicità di un profumo
maschile “non deve chiedere mai”. Nel senso che i soldi le sono sempre
arrivati a pioggia in automatico, a discapito della gloriosa Facoltà di
Lettere dell’Ateneo, per esempio, costretta per anni a vivere senza soldi e
con in dote una bella dose di cani randagi, zingari, drogati e punkabbestia
(chissà se finalmente questi graditi ospiti non abbiano cambiato casa: non
sappiamo, ma ci informeremo) con cui fare quotidianamente i conti tra
corridoi e aule che non hanno niente a che fare con la sontuosità della sede
del Sum: Palazzo Strozzi (mai nome fu più appropriato).
Il Sum, ovvero, per chi ancora non lo sapesse, un’Istituzione di Alta
Specializzazione nell’ambito delle Scienze umane, oggi torna prepotentemente
in primo piano per il suo indiscutibile coraggio.
Il coraggio, molto ardito, di chiedere ancora soldi insieme ai suoi
confratelli dell’Alta Specializzazione e cioè Scuola Normale di Pisa, Sant’Anna
di Pisa, Ssis (Scuola di Specializzazione all'insegnamento secondario) di
Trieste, Imt (Istituzioni, Mercati, Tecnologie) di Lucca, Isufi (Istituto
Superiore Universitario per la Formazione Interdisciplinare) di Lecce,
Scuola Superiore di Catania e Iuss (Istituto Universitario di Studi
Superiori) di Pavia.
La richiesta è stata formalizzata con una lettera al ministro Gelmini.
“… riteniamo importante – scrivono sul documento le preoccupatissime Alte
Istituzioni - che, nel quadro dei provvedimenti sull’Università, la funzione
delle Scuole Superiori a ordinamento speciale venga adeguatamente
riconosciuta, garantita e promossa”. Come? Con “… un
provvedimento di sistema per assicurare la messa a regime e il
finanziamento”.
Insomma, fondi speciali per Scuole speciali, più chiaro
di così.
Chissà che il ministro, anzi, la ministra, non abbia il cuore più tenero di
quello dei suoi colleghi uomini…
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