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"Cogito ergo sum". Prima di me, ahimé, l'ha detto Cartesio (detesto la mancanza di originalità) e pure Ireneo Galizia
in un articolo che appare su Ateneopulito.it ("Il SUM, questo sconosciuto").
Ma non ho resistito alla tentazione. Colpa di quelli che l'hanno denominato: dovevano
saperlo che chiamare SUM un'Istituzione d'eccellenza senza alcuna logica apparente (vi scioglierò tra poco
la sigla) avrebbe provocato ai più accostamenti, reminiscenze e battute.
Signori, siamo a Firenze, culla dantesca, patria della lingua italiana. Dove sarebbe potuto nascere un Istituto italiano di Scienze umane
(appunto, il Sum, è evidente), "summa" di Alta Specializzazione e Massima Professionalità, se non a Firenze?
Il SUM, ovvero un' Istituzione "magna", direbbero a Roma. Un'Istituzione, cioè,
che divora fondi e finanziamenti come fossero minibignè. Almeno secondo Lucia Lazzerini,
titolare del sito www.ateneopulito.it.
Se avete provato a cliccare sul banner che per le ragioni spiegate sul precedente articolo abbiamo inserito nell'home page di questo giornale,
avrete sicuramente letto tutta la storia. Io la riassumo in un colpo solo, per i pigri che non hanno avuto ancora la curiosità di
spulciare Ateneopulito e per i distratti
(e ce ne vuole per non vederlo!) che non hanno ancora fatto caso al banner.
"Responsabile" morale di tutta la storia è la Facoltà di Lettere, dove insegna la Lazzerini: una corte dei miracoli che
neanche Parigi coi suoi sotterranei: punkabbestia, cani randagi, zingari, drogati. Tutti studenti e docenti della Facoltà? No, naturalmente: solo
ospiti abituali. Sulla soglia e sulle scale, negli atri interni e persino dentro le aule.
Perché la Facoltà di Lettere dell'Università di Firenze con buona pace delle sue antiche e prestigiose tradizioni (che hanno visto in cattedra docenti come
il filosofo Eugenio Garin e il glottologo Giacomo Devoto) si è ridotta in questo stato così poco
invidiabile e decoroso? Ve lo dico io.
Perché, se l'Istituzione Accademica fiorentina oggi fosse un pollaio (calma, ho detto "se": i punkabbestia, i cani
randagi, gli zingari e i drogati
in genere non frequentano i pollai), nelle sue strutture ci starebbero i figli, più fortunati, delle galline bianche e quelli - reietti - delle
galline nere.
Facile intuire dove starebbero i figli delle galline nere. Ma quelli delle galline bianche? Cribbio, direbbe una mia amica di Brescia, non l'avete
ancora capito? Ma al SUM, è naturale! Ovvero, in quella mega struttura mangiasoldi di cui sopra, per la quale persino il ministro Moratti all'epoca della
sua istituzione
si mobilitò per pubblicizzarla a Parigi ("L'Italia oggi si sta finalmente dotando di una rete di 'grandes écoles' paragonabile a quella francese"),
che può permettersi di dormire tra i guanciali dorati
di Palazzo Strozzi - splendido esempio storico di patrimonio comunale offerto in comodato d'uso gratuito all'Alta Specializzazione che il Sum rappresenta
(o "dovrebbe" rappresentare? chiedetelo a Lucia Lazzerini) - e istituita, di fatto, non per affiancare la vecchia, cara, antica ed ex prestigiosa Facoltà
di Lettere, ma per contrastarla: in termini di finanziamenti, si intende.
E sapete chi vince sempre, tutte le volte che c'è una torta da spartire?
Certo che lo sapete, se avete spulciato Ateneopulito: "... SUM: un'idrovora (o meglio, un'eurovora) fatta apposta per risucchiare finanziamenti che
sarebbe stato doveroso
dirigere altrove (per esempio su quella disgraziata facoltà di lettere... ch'è meglio far finta di non vedere)".
D'altra parte i numeri sono chiari: il Ministero dell'Università e della Ricerca Scientifica ha già sborsato per foraggiare la sua Alta Specializzazione
due milioni di euro per il primo anno, altri due per il secondo e ben cinque milioni di euro (ovvero, dieci miliardi di vecchie lire, suona meglio) per
il terzo. A cui si aggiungono i contributi degli Enti locali e la munificità privata: roba da far andare in overdose tutti i drogati
della Facoltà di Lettere senza bisogno di buco.
Ma che cos'è esattamente questo SUM?
Intanto è un ex. Ex ISIT, per la precisione: ancora il 21 gennaio dell'anno scorso, giorno dell'inaugurazione
della restaurata sede di Palazzo Strozzi, divenuta proprio in quell'occasione sua sede ufficiale, l'Istituto italiano di Scienze umane si chiamava infatti
ISIT (altra sigla oscura per individuarlo... Vedremo al terzo tentativo).
Si tratta, secondo il suo Statuto, di un'Istituzione universitaria pubblica autonoma; di un Centro di ricerca di eccellenza a carattere nazionale e
internazionale
che svolge la propria attività a livello dottorale e post-dottorale nel campo delle scienze sociali e umane; di un Consorzio fra più Università: Firenze,
Bologna, Napoli ("Federico II", "L'Orientale" e "Suor Orsola Benincasa"), Pavia e Siena; di una "struttura a rete" unica in Italia.
Una rete, beninteso, che ha già catturato docenti che prima della nascita del SUM insegnavano in diverse Facoltà dell'Università di Firenze
(Lettere tra queste) e dopo
sono andati a ingrossare le fila di "esperti delle singole discipline di riconosciuta competenza" del terzo piano di Palazzo Strozzi, sede del SUM,
appunto.
Qualificatissima,
d'altra parte, la Commissione preposta ai trasferimenti (il Consiglio provvisorio) a cui tali scelte sono da addebitare: Augusto Marinelli
- sì, proprio il rettore dell'Ateneo fiorentino, padre di quel Nicola a
causa del quale partì il terremoto giudiziario che ancora scuote l'ambiente
agrario accademico palermitano e nazionale e di cui ci siamo abbondantemente
occupati a partire dallo scorso mese di
gennaio (per
ulteriori informazioni chiedere al professore Quirino Paris) -,
Guido Trombetti, attuale presidente della Crui, e Aldo Schiavone, direttore del SUM, presidente della Commissione e, per la serie io me
la canto e io me la suono,
anche uno dei candidati al trasferimento, l'unico per la cattedra di Diritto romano, la sua materia.
Così Schiavone in questa
operazione trasparente (nel senso che è stata talmente evidente che chiunque l'avrà sicuramente compresa) è risultato contemporaneamente:
1) firmatario del bando dei trasferimenti (in quanto direttore del SUM)
2) presidente della Commissione giudicatrice
3) candidato unico alla cattedra di Diritto romano del SUM su cui il Consiglio provvisorio da lui stesso presieduto ha il compito di deliberare
4) controllore (in quanto direttore del SUM) della legalità di tutti gli atti.
Più "trasparente" di così.
Insomma Sua Eccellenza il SUM ha cominciato bene. Sperando che non continui a "parlarsi addosso" come ha fatto finora (un esempio? La lezione
autocelebrativa dell'esimio Paolo Grossi, "Uno storico del diritto alla ricerca di se stesso"), vedremo come continuerà.
Magari attraverso le notizie on line che puntualmente - ritengo - continuerà a fornirci dal suo auspicato "Ateneopulito" Lucia Lazzerini.
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