dicembre 2006 numero 60

attualità
SUM o non SUM?
I dubbi esistenziali della Facoltà di Lettere dell'Università di Firenze
dopo la nascita del SUM

di  f. p.

Le chiavi della sede del SUM di Palazzo Strozzi nelle mani del suo direttore Aldo Schiavone

"Cogito ergo sum". Prima di me, ahimé, l'ha detto Cartesio (detesto la mancanza di originalità) e pure Ireneo Galizia in un articolo che appare su Ateneopulito.it ("Il SUM, questo sconosciuto").
Ma non ho resistito alla tentazione. Colpa di quelli che l'hanno denominato: dovevano saperlo che chiamare SUM un'Istituzione d'eccellenza senza alcuna logica apparente (vi scioglierò tra poco la sigla) avrebbe provocato ai più accostamenti, reminiscenze e battute.

Signori, siamo a Firenze, culla dantesca, patria della lingua italiana. Dove sarebbe potuto nascere un Istituto italiano di Scienze umane (appunto, il Sum, è evidente), "summa" di Alta Specializzazione e Massima Professionalità, se non a Firenze?

Il SUM, ovvero un' Istituzione "magna", direbbero a Roma. Un'Istituzione, cioè, che divora fondi e finanziamenti come fossero minibignè. Almeno secondo Lucia Lazzerini, titolare del sito www.ateneopulito.it.
Se avete provato a cliccare sul banner che per le ragioni spiegate sul precedente articolo abbiamo inserito nell'home page di questo giornale, avrete sicuramente letto tutta la storia. Io la riassumo in un colpo solo, per i pigri che non hanno avuto ancora la curiosità di spulciare Ateneopulito e per i distratti (e ce ne vuole per non vederlo!) che non hanno ancora fatto caso al banner.

"Responsabile" morale di tutta la storia è la Facoltà di Lettere, dove insegna la Lazzerini: una corte dei miracoli che neanche Parigi coi suoi sotterranei: punkabbestia, cani randagi, zingari, drogati. Tutti studenti e docenti della Facoltà? No, naturalmente: solo ospiti abituali. Sulla soglia e sulle scale, negli atri interni e persino dentro le aule.

Perché la Facoltà di Lettere dell'Università di Firenze con buona pace delle sue antiche e prestigiose tradizioni (che hanno visto in cattedra docenti come il filosofo Eugenio Garin e il glottologo Giacomo Devoto) si è ridotta in questo stato così poco invidiabile e decoroso? Ve lo dico io.
Perché, se l'Istituzione Accademica fiorentina oggi fosse un pollaio (calma, ho detto "se": i punkabbestia, i cani randagi, gli zingari e i drogati in genere non frequentano i pollai), nelle sue strutture ci starebbero i figli, più fortunati, delle galline bianche e quelli - reietti - delle galline nere.
Facile intuire dove starebbero i figli delle galline nere. Ma quelli delle galline bianche? Cribbio, direbbe una mia amica di Brescia, non l'avete ancora capito? Ma al SUM, è naturale! Ovvero, in quella mega struttura mangiasoldi di cui sopra, per la quale persino il ministro Moratti all'epoca della sua istituzione si mobilitò per pubblicizzarla a Parigi ("L'Italia oggi si sta finalmente dotando di una rete di 'grandes écoles' paragonabile a quella francese"), che può permettersi di dormire tra i guanciali dorati di Palazzo Strozzi - splendido esempio storico di patrimonio comunale offerto in comodato d'uso gratuito all'Alta Specializzazione che il Sum rappresenta (o "dovrebbe" rappresentare? chiedetelo a Lucia Lazzerini) - e istituita, di fatto, non per affiancare la vecchia, cara, antica ed ex prestigiosa Facoltà di Lettere, ma per contrastarla: in termini di finanziamenti, si intende.
E sapete chi vince sempre, tutte le volte che c'è una torta da spartire? Certo che lo sapete, se avete spulciato Ateneopulito: "... SUM: un'idrovora (o meglio, un'eurovora) fatta apposta per risucchiare finanziamenti che sarebbe stato doveroso dirigere altrove (per esempio su quella disgraziata facoltà di lettere... ch'è meglio far finta di non vedere)".

D'altra parte i numeri sono chiari: il Ministero dell'Università e della Ricerca Scientifica ha già sborsato per foraggiare la sua Alta Specializzazione due milioni di euro per il primo anno, altri due per il secondo e ben cinque milioni di euro (ovvero, dieci miliardi di vecchie lire, suona meglio) per il terzo. A cui si aggiungono i contributi degli Enti locali e la munificità privata: roba da far andare in overdose tutti i drogati della Facoltà di Lettere senza bisogno di buco.

Ma che cos'è esattamente questo SUM?
Intanto è un ex. Ex ISIT, per la precisione: ancora il 21 gennaio dell'anno scorso, giorno dell'inaugurazione della restaurata sede di Palazzo Strozzi, divenuta proprio in quell'occasione sua sede ufficiale, l'Istituto italiano di Scienze umane si chiamava infatti ISIT (altra sigla oscura per individuarlo... Vedremo al terzo tentativo).
Si tratta, secondo il suo Statuto, di un'Istituzione universitaria pubblica autonoma; di un Centro di ricerca di eccellenza a carattere nazionale e internazionale che svolge la propria attività a livello dottorale e post-dottorale nel campo delle scienze sociali e umane; di un Consorzio fra più Università: Firenze, Bologna, Napoli ("Federico II", "L'Orientale" e "Suor Orsola Benincasa"), Pavia e Siena; di una "struttura a rete" unica in Italia.
Una rete, beninteso, che ha già catturato docenti che prima della nascita del SUM insegnavano in diverse Facoltà dell'Università di Firenze (Lettere tra queste) e dopo sono andati a ingrossare le fila di "esperti delle singole discipline di riconosciuta competenza" del terzo piano di Palazzo Strozzi, sede del SUM, appunto.
Qualificatissima, d'altra parte, la Commissione preposta ai trasferimenti (il Consiglio provvisorio) a cui tali scelte sono da addebitare: Augusto Marinelli - sì, proprio il rettore dell'Ateneo fiorentino, padre di quel Nicola a causa del quale partì il terremoto giudiziario che ancora scuote l'ambiente agrario accademico palermitano e nazionale e di cui ci siamo abbondantemente occupati a partire dallo scorso mese di gennaio (per ulteriori informazioni chiedere al professore Quirino Paris) -,  Guido Trombetti, attuale presidente della Crui, e Aldo Schiavone, direttore del SUM, presidente della Commissione e, per la serie io me la canto e io me la suono, anche uno dei candidati al trasferimento, l'unico per la cattedra di Diritto romano, la sua materia.
Così Schiavone in questa operazione trasparente (nel senso che è stata talmente evidente che chiunque l'avrà sicuramente compresa) è risultato contemporaneamente:

1) firmatario del bando dei trasferimenti (in quanto direttore del SUM)
2) presidente della Commissione giudicatrice
3) candidato unico alla cattedra di Diritto romano del SUM su cui il Consiglio provvisorio da lui stesso presieduto ha il compito di deliberare
4) controllore (in quanto direttore del SUM) della legalità di tutti gli atti.
Più "trasparente" di così.

Insomma Sua Eccellenza il SUM ha cominciato bene. Sperando che non continui a "parlarsi addosso" come ha fatto finora (un esempio? La lezione autocelebrativa dell'esimio Paolo Grossi, "Uno storico del diritto alla ricerca di se stesso"), vedremo come continuerà.
Magari attraverso le notizie on line che puntualmente - ritengo - continuerà a fornirci dal suo auspicato "Ateneopulito" Lucia Lazzerini.


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