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Mussi fa sul serio? Sembrerebbe di sì.
Si è costituito parte civile contro il “barone” Piero Tosi - ex rettore
dell’Ateneo senese ed ex presidente della Crui - colpevole, col contributo
del Senato Accademico, di aver addomesticato lo Statuto per allungarsi il
mandato di rettore (del problema degli Statuti modificati per restare
abbarbicati alla poltrona di rettori ci siamo occupati sul numero di
maggio di quest'anno)
Non solo. Ma ha anche dichiarato guerra – sempre con costituzione di parte
civile - contro l’ennesima “chiamata diretta”, “per chiara fama”, ma con
procedure molto meno limpide (del problema generale dell’escamotage delle
chiamate dirette per diventare professori saltando i concorsi ci siamo
occupati sul numero di ottobre, titolo di copertina “Atenei di
collocamento”, appunto), indirizzata stavolta a un docente della stessa
Università senese.
Nel mirino dell’azione ministeriale il biologo Antonio Giordano, cervello in
fuga (dall’Italia a Philadelphia), recentemente approdato in casa dell’amico
Tosi (alla Facoltà di Medicina e Chirurgia) senza però – a quanto pare – la
prevista maggioranza dei due terzi dei professori ordinari imposta dalla
legge in casi del genere. Come stanno cercando di appurare i giudici che
hanno preso in mano la questione.
Ma lasciamo a Giovanni Grasso, ordinario di Anatomia umana all’Università di
Siena, il compito di raccontarci che cos’è successo con un articolo
(pubblicato anche sul suo blog “Il senso della misura”, presente nel banner
a rotazione della nostra home page. Per trasformare in una più concreta
collaborazione l’abbraccio virtuale cui avevamo fatto cenno sullo scorso numero di
giugno. (f. p.)
Non solo ostinazione e passione, da lui rivendicate, ma anche decisione e
coerenza vanno riconosciute a Mussi. In risposta alla senatrice Maria
Celeste Nardini, che aveva criticato la gestione del potere accademico
barese, il ministro aveva dichiarato: «Ho scritto all’avvocato generale
dello Stato perché solleciti le varie sedi distrettuali dell’Avvocatura ad
attivare la costituzione di parte civile nei processi che via via vengono
istruiti dalla Magistratura».
Detto, fatto. Nel corso dell’udienza
preliminare del 19 novembre u.s. (Gup Elisabetta Pagliai, Pubblico Ministero
Nino Calabrese), che vede imputato per abuso d’ufficio aggravato e falso
ideologico Piero Tosi, ex rettore dell’Ateneo senese, si è appreso che il
ministro dell’Università si è costituito parte civile su due episodi, che
sono stati stralciati dal filone principale.
Nel primo caso, Tosi propose al Senato Accademico una modifica dello Statuto
che lo riguardava personalmente, partecipò alla discussione, la votò e la
rese retroattiva. Conseguentemente, sospese le elezioni rettorali, a
cinque mesi
dal loro svolgimento, e si allungò di un anno il mandato di rettore, senza
sottoporsi al vaglio elettorale, per conservare la poltrona di presidente
della Crui fino alle elezioni politiche del 2006.
Su tale modifica di Statuto fu presentato un ricorso al Tar della Toscana e,
in seguito, al Consiglio di Stato.
Il secondo episodio riguarda la chiamata diretta per chiara fama di Antonio
Giordano, avvenuta senza la prevista maggioranza dei due terzi dei
professori ordinari della Facoltà di Medicina e Chirurgia.
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