novembre 2007 numero 71

attualità
Il ministro del Mur parte civile contro il Baronato
dell’Università di Siena
Comincia a sortire qualche effetto la guerra dichiarata alla Malauniversità

di  Giovanni Grasso

nella foto: Piero Tosi, ex rettore, ex presidente della Crui e attuale barone dell’Università

Mussi fa sul serio? Sembrerebbe di sì.
Si è costituito parte civile contro il “barone” Piero Tosi - ex rettore dell’Ateneo senese ed ex presidente della Crui - colpevole, col contributo del Senato Accademico, di aver addomesticato lo Statuto per allungarsi il mandato di rettore (del problema degli Statuti modificati per restare abbarbicati alla poltrona di rettori ci siamo occupati sul numero di maggio di quest'anno)


Non solo. Ma ha anche dichiarato guerra – sempre con costituzione di parte civile - contro l’ennesima “chiamata diretta”, “per chiara fama”, ma con procedure molto meno limpide (del problema generale dell’escamotage delle chiamate dirette per diventare professori saltando i concorsi ci siamo occupati sul numero di ottobre, titolo di copertina “Atenei di collocamento”, appunto), indirizzata stavolta a un docente della stessa Università senese.


Nel mirino dell’azione ministeriale il biologo Antonio Giordano, cervello in fuga (dall’Italia a Philadelphia), recentemente approdato in casa dell’amico Tosi (alla Facoltà di Medicina e Chirurgia) senza però – a quanto pare – la prevista maggioranza dei due terzi dei professori ordinari imposta dalla legge in casi del genere. Come stanno cercando di appurare i giudici che hanno preso in mano la questione.

Ma lasciamo a Giovanni Grasso, ordinario di Anatomia umana all’Università di Siena, il compito di raccontarci che cos’è successo con un articolo (pubblicato anche sul suo blog “Il senso della misura”, presente nel banner a rotazione della nostra home page. Per trasformare in una più concreta collaborazione l’abbraccio virtuale cui avevamo fatto cenno sullo scorso numero di giugno.
(f. p.)



Non solo ostinazione e passione, da lui rivendicate, ma anche decisione e coerenza vanno riconosciute a Mussi.
In risposta alla senatrice Maria Celeste Nardini, che aveva criticato la gestione del potere accademico barese, il ministro aveva dichiarato: «Ho scritto all’avvocato generale dello Stato perché solleciti le varie sedi distrettuali dell’Avvocatura ad attivare la costituzione di parte civile nei processi che via via vengono istruiti dalla Magistratura».

Detto, fatto. Nel corso dell’udienza preliminare del 19 novembre u.s. (Gup Elisabetta Pagliai, Pubblico Ministero Nino Calabrese), che vede imputato per abuso d’ufficio aggravato e falso ideologico Piero Tosi, ex rettore dell’Ateneo senese, si è appreso che il ministro dell’Università si è costituito parte civile su due episodi, che sono stati stralciati dal filone principale.

Nel primo caso, Tosi propose al Senato Accademico una modifica dello Statuto che lo riguardava personalmente, partecipò alla discussione, la votò e la rese retroattiva.
Conseguentemente, sospese le elezioni rettorali, a cinque mesi dal loro svolgimento, e si allungò di un anno il mandato di rettore, senza sottoporsi al vaglio elettorale, per conservare la poltrona di presidente della Crui fino alle elezioni politiche del 2006.
Su tale modifica di Statuto fu presentato un ricorso al Tar della Toscana e, in seguito, al Consiglio di Stato.

Il secondo episodio riguarda la chiamata diretta per chiara fama di Antonio Giordano, avvenuta senza la prevista maggioranza dei due terzi dei professori ordinari della Facoltà di Medicina e Chirurgia.


 


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