C'è una cosa
all'Università di Palermo che misura il polso dei ritardi accumulati nella gestione del
quotidiano: il rilascio delle pergamene di laurea. Finora il rischio di trovarsele
allegate alla pensione è stato molto elevato.
Ora finalmente la notizia: arrivano i diplomi del periodo 1996-1999. Evviva. C'è proprio
da andarne fieri e da informarne pure la stampa locale. Certo tra il niente di prima e la
notizia di adesso c'è una bella differenza. Ma ... insomma è come il test della
bottiglia: se la vedi mezza piena sei ottimista nato, se la vedi mezza vuota sei a un
passo dal suicidio. Insomma, mutatis mutandis (evitate le solite battute), io la bottiglia
dell'Ateneo palermitano, la vedo, ahimé, sempre più vuota. E non perché sono pessimista
(poi mi spiegherete però come si fa a essere ottimisti da queste parti), ma perché è
mia abitudine basarmi esclusivamente sui fatti. E i fatti parlano di ritardi accumulati in
modo ingiustificato per anni, anzi, considerato che siamo nel 2004 e dunque a soli due
anni dal 2006 e considerato che i diplomi del 1996 li stanno cominciando a sfornare
adesso, il ritardo, se la matematica non è un'opinione, è quasi decennale.
Evviva, evviva, evviva. Accorrete tutti perché il traguardo è stato raggiunto: i diplomi
di laurea sono pronti. In fondo che importa di quale anno accademico si tratta? Non stiamo
a fare le pulci (quelle, insieme ai topi, lasciamole alle aule del Dipartimento di Fisica
che per convincere i responsabili accademici che forse una bella pulizia non ci sarebbe
stata poi tanto male si è persino dovuto scomodare il Radio Giornale di Sicilia).
Ora ciascun vecchio laureato, per meglio dire, ciascun laureato vecchio, magari con
qualche dente in meno, ma con la mente ancora tanto fresca da ricordare che un giorno di
quasi dieci anni fa si è laureato, potrà recarsi, dolori reumatici permettendo, agli
sportelli delle Segreterie Studenti per ritirare la tanto sospirata pergamena. Non prima,
però, di aver ritrovato, a conferma, il proprio nome sul web accademico, supposto che ci
veda ancora bene e che sia abbastanza "navigato", perché ci vuole tanta
esperienza per riuscire appunto a navigare fruttuosamente nel sito Internet dell'Ateneo
palermitano, come dimostrammo già sull' editoriale e sull'articolo di apertura del n. 7
del 2002.
Naturalmente esageriamo. Ma nel paradosso sta il segreto della comprensione.
La domanda che sorge spontanea a questo punto è: che altro hanno fatto finora gli uffici
addetti al rilascio dei diplomi originali di laurea per essere riusciti a fare ammuffire
oltre quattromila pergamene senza predisporle per la consegna? O forse erano le pergamene
a mancare? Non sarà che per accordo sindacale si è dovuti partire dalla materia prima, e
cioè dalla pecora? Quanto all'approvviggionamento non dovrebbero esserci stati problemi,
e allora? Dov'è da ricercare la causa dei ritardi? Forse nella lavorazione... In questo
caso sì che il processo sarebbe stato più lungo ... Perché, a parte il sostantivo che
già in sé riecheggia qualcosa di scomodo e fastidioso, trattare la pelle di pecora fino
a ridurla a pergamena è come trattare certe zucche accademiche fino a ridurle a
cervelli... Eh sì, sarebbe stato decisamente più lungo, il processo... |
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