Partiti i lavori per il Polididattico del Parco d'Orleans
Con un brindisi "propiziatorio" (ma supponiamo anche scaramantico) a base di spumante,
a favore di un'"incompiuta" durata otto anni, il rettore del'Ateneo
palermitano, i docenti, diversi componenti del Senato Accademico e del Consiglio
di Amministrazione, il direttore amministrativo e qualche (per la verità sparuto)
studente hanno ufficializzato l'apertura del cantiere per il riavvio dei lavori
del Polididattico di viale delle Scienze. Un edificio che prevede dodici aule
a emiciclo da duecentocinquanta posti ciascuna, sei aule-seminario da cento posti
e poi sale per i docenti, laboratori, un parcheggio e persino un teatro
all'aperto. (Più volte ce ne siamo occupati da queste pagine).
Un progetto megagalattico a cui gli studenti dell'Ateneo - abituati
a studiare nei cinema e nei corridoi (quando va bene) o solo a condizione che altri
studenti più fortunati li ospitino (quando va male) - non sono avvezzi.
Ma siccome anche le telenovele a un certo punto arrivano all'ultima puntata,
il Beautiful-Polididattico pare che finalmente si stia anch'esso avviando a conclusione.
Entro undici mesi il Consorzio cooperative costruzioni di Bologna che si è aggiudicata
l'opera dovrà obbligatoriamente consegnare il primo lotto - otto aule - e dopo undici
mesi tutto il lavoro: ogni giorno di ritardo, infatti, costerà caro ai responsabili dell'impresa,
che dovranno sborsare fior di quattrini come penale.
Cullati da questa certezza, i vertici dell'Ateneo che in un modo o nell'altro sono
più direttamente coinvolti nel progetto - rettore in testa, ma anche il
prorettore all'Edilizia Salvatore di Mino e il responsabile dell'Ufficio
tecnico dell'Università Antonino Catalano - dormiranno ora sonni tranquilli.
Erano stati loro, infatti, a smuovere le acque per "rompere l'incantesimo" del Polididattico
(per usare una "magnifica" espressione), nato sotto i migliori auspici, con un signor progetto
firmato Benedetto Colajanni e arrestatosi al 35 per cento di lavori effettuati, causa fallimento
dell'impresa Chiementin. E sempre loro a spuntarla per l'ok all'utilizzazione delle somme
del Provveditorato Opere Pubbliche e a volere per l'affidamento dei lavori una selezione
il più possibile oggettiva mediante concorso.
Particolarmente soddisfatti di come sta andando la vicenda, naturalmente, il rappresentante
legale dell'impresa Alessio Campione e il direttore dei lavori Antonino Cangemi Leto, entrambi
presenti al brindisi, precario - bottiglie e bicchieri di plastica in equilibrio instabile
su due assi di legno del cantiere - ma significativo.
Che per lo scheletro spettrale di vetro e di ferro del viale delle Scienze sia finalmente
arrivata la rivincita? Lo speriamo, indice e anulare "napoletanicamente" protesi
sotto quelle assi di legno del cantiere.
Francesca Patanè |