Anno accademico 2001/2002:
nasce l'Università del terzo millennio
E' partita. Come si dice, meglio tardi che mai. Una gestazione travagliata durata dodici mesi e una maratona organizzativa che ha messo a dura prova i nervi accademici più saldi alla fine hanno prodotto risultati concreti. Nonostante i rosari di discussioni snocciolati intorno a scadenze burocratiche superate sul filo del rasoio.
Ha avuto inizio così l'Università del terzo millennio (quella palermitana sicuramente, le altre non ci è dato sapere, ma poiché i problemi da risolvere per certi versi sono comuni, non sarebbe azzardato pensare che anche per gli altri Atenei il passaggio non sia stato indolore).
Queste le novità più eclatanti: ogni corso di laurea è stato ridisegnato in base al nuovo dettato della legge, sono state individuate le materie di base ed è stata stabilita nel cosiddetto "credito formativo" l' "unità di misura" dell'impegno richiesto allo studente, una sorta di raccolta-punti (180 optionali minimo per potersi laureare) che si accumula frequentando seminari, corsi, e ogni altra iniziativa della Facoltà di appartenenza. E poi la suddivisione del corso di studi in due fasi: la prima, triennale, per chi vuole laurearsi subito; la seconda, biennale, di laurea specialistica.
La riforma, all'anglosassone, pensata per dare all'istruzione universitaria nazionale una collocazione di tutto rispetto nel panorama europeo delle offerte formative accademiche, se ben applicata può effettivamente fornire agli studenti dei nostri Atenei una preparazione al passo coi tempi e in linea con quella offerta dalla maggior parte dei Paesi europei.
Nell'Università di Palermo la riforma ha fatto proliferare il numero dei corsi di laurea delle varie Facoltà, condizione essenziale, questa, per una preparazione "a largo raggio" in grado di abbracciare le diverse professionalità che caratterizzano la società in cui viviamo.
I "figli" del nuovo ordinamento, dunque, avranno l'opportunità di adeguarsi ai loro colleghi europei, ma per far questo devono mirare a due caratteristiche essenziali: la "professionalità" e la "competenza" che, come anche affermato dal rettore dell'Ateneo palermitano Giuseppe Silvestri, dovranno dovranno caratterizzare il profilo culturale degli studenti universitari del terzo millennio.
f. p.
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