Cosa cambia negli ordini professionali
con il nuovo ordinamento universitario
Come inquadrare negli albi professionali i laureati "triennali", i cosiddetti "dottorini", per differenziarli dai colleghi "specialisti", con laurea quinquennale? Un problema che la riforma universitaria, con la distinzione del corso di studi in due fasi, ha messo in evidenza e che ingegneri, psicologi, architetti, biologi, insomma tutte le categorie professionali, dopo mesi di lavoro alla ricerca di una soluzione che non penalizzasse né gli uni né gli altri, hanno risolto.
Gli ordini professionali saranno divisi in due sezioni: una ordinaria, riservata a chi consegue la laurea specialistica, e una junior. Avremo così professionisti junior con competenze limitate rispetto a quelle dei colleghi senior, che verranno iscritti agli albi "semplificati" dopo aver superato un esame di ammissione.
Quindi, vero è che le lauree "triennali" sono immediatamente spendibili sul mercato del lavoro, ma è anche vero - e questo è il rovescio della medaglia della nuova legge - che di fatto ci saranno professionisti di serie A senza limiti di competenze, e professionisti di serie B che per legge potranno svolgere incarichi più semplici e avere mansioni ridotte se non addirittura essere confinati a ruoli di collaborazione.
La scelta tra le numerose offerte di studio, comunque, dovrebbe soddisfare tutte le esigenze, sia dei laureati d.o.c., sia dei "laureatini".
m. p.
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