Sentenza del C.G.A. dà ragione agli studenti:
regolari i piani di studio del '96
La guerra di ricorsi dei millequattrocento studenti di Medicina iniziata nell’anno accademico ‘95/’96 si è conclusa a favore degli studenti. Il Consiglio di Giustizia Amministrativa, infatti, ha dato loro ragione, azzerando di fatto ogni aspettativa della controparte: Maria Brai, docente di Fisica e Maria Pia Mazzarese, moglie di Melchiorre Brai, docente di Immunologia e a lui subentrata nella battaglia dopo la sua scomparsa avvenuta l’anno scorso.
Ma che cosa ha scatenato la battaglia nel lontano ’95, anzi, chi?
Implicitamente proprio i fratelli Brai, con il loro comportamento a quanto pare non precisamente morbido nei confronti degli studenti che si presentavano, ahiloro, agli appelli di Fisica e Immunologia. Quando andava male, su trecento esaminandi riuscivano a superare la prova solo in dieci. Tutti improvvisamente cretini? Impossibile, decide il Consiglio di corso di laurea, che sulla scia di una rivolta studentesca di massa, delibera di autorizzare la "liberalizzazione" dei piani di studio. Immediata conseguenza della delibera la scomparsa delle due materie "incriminate" da ogni pianificazione scolastica da parte di milletredici dei millequattrocento studenti interessati (quelli del vecchio ordinamento, oggi al quinto o al sesto anno, oppure fuori corso) che misero tra loro e le materie dei Brai chilometri e chilometri di distanza..Una fuga dall’Egitto. Potevano, i due docenti di indubbia fama e prestigio, ingoiare un rospo così poco digeribile? Subire un affronto del genere? No, naturalmente. E si ribellano all’esodo, impugnando la delibera del Consiglio di corso di laurea. Sette mesi dopo quella delibera parte infatti il primo ricorso a firma Maria Brai, forse la più agguerrita tra i due. A quello ne segue un altro, stavolta a doppia firma. E all’inizio pare andare bene ai due docenti. Nel ’99, infatti, una sentenza del Tar dà ragione a loro. Ciò scatena un’altra serie di proteste, e stavolta non solo da parte degli studenti. Perché i vertici istituzionali, preoccupati di eventuali rivalse sull’Ateneo, si schierano a loro fianco: contro il fondato timore che, perdendo la battaglia, gli studenti che dal piano di studi avevano escluso Fisica e Immunologia, considerate propedeutiche al prosieguo degli studi, magari a un passo dalla laurea, si sarebbero visti catapultare di nuovo al secondo o al terzo anno. Per non parlare dei loro colleghi più anziani, giunti nel frattempo a una laurea, attestata di fatto non su pergamena ma su carta straccia. Ed è a questo punto che entra in ballo il C.G.A.: dapprima con la sospensiva, ora con la sentenza definitiva favorevole agli studenti. Una sentenza però che non premia la sostanza. Non dice, cioè, che gli studenti hanno avuto ragione, ma che i due ricorsi dei Brai sono stati tardivi e non sono stati notificati a ogni singolo studente. Un vizio procedurale che probabilmente ha lasciato l’amaro in bocca ai docenti ricorsisti.
Si chiude così la parentesi su una estenuante partita giocata a colpi di carta bollata; si chiude per non riaprirsi più: nel ’99, infatti, il nuovo ordinamento ha stabilito l’obbligatorietà della Fisica e il riassorbimento di Immunologia alla Patologia.
m. p.
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