settembre-ottobre 2009 numero 90/91

attualità
Uniti chi vincer ci può?
Una eccellenza italiana dietro i grandi capolavori del cinema mondiale

di Manfredi Pomar

nella foto: Burt Lancaster e Claudia Cardinale in una famosa scena de "Il Gattopardo"

Il Paese comincia a preparare le celebrazioni del centocinquantenario dell'Unità d' Italia, le idee sembrano esserci ma pare che manchi invece un elemento fondamentale: il clima di festa. Nelle ultime settimane, complice il caldo, si sono susseguite numerose polemiche – sull’inno nazionale, sulla bandiera italiana, sulle differenze tra nord e sud – che hanno messo in luce, ancora una volta, la disaffezione dell’italiano medio per il Paese; di fronte alle invettive della Lega Nord, che minano l’unità nazionale, fa bene il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ad augurarsi «progetti di carattere prevalentemente culturale, pedagogico e comunicativo, diretti a rappresentare e rafforzare la nostra identità nazionale».

Condividendo le preoccupazioni del Presidente della Repubblica, non posso che consigliare – soprattutto a chi non ha a cuore l’unità nazionale – una trasferta in quel di Gorizia, che per storia e posizione geografica molto racconta della storia d’Italia. Qui si trova per esempio un museo interamente dedicato alla Grande Guerra che mantiene vivo il ricordo di quanti – accorsi da tutte le parti d’Italia con la speranza di completare il processo di unificazione del Paese – persero la vita nella valle dell’Isonzo e durante l’intero conflitto mondiale.

Ma la storia d’Italia, per fortuna, non è soltanto la storia dei suoi caduti. E’ la storia di un popolo di artisti e inventori, mercanti e poeti, una storia positiva ricca anche di momenti felici. Come ha scritto giustamente lo storico Ernesto Galli della Loggia, rispondendo alla lettera di un giovane leghista, non può essere dimenticato «quello che in 150 anni gli italiani hanno fatto dipingendo, progettando edifici e città, girando film, scrivendo libri».

E a proposito di film, chi volesse recarsi a Gorizia ha ancora pochi giorni per apprezzare una ricca selezione di abiti prodotti dalla Sartoria Tirelli ed esposti dal 29 aprile al 6 settembre presso Palazzo Attems Petzenstein. “L’atelier degli Oscar. I costumi della sartoria Tirelli per il grande cinema” – questo il nome della mostra promossa dalla Provincia di Gorizia e curata da Raffaella Sgubin con la collaborazione di Dino Trappetti e Flora Brancatella - attraverso un suggestivo percorso espositivo ripropone alcuni abiti dalla sartoria, nata nel 1964, prodotti per i più grandi registi. Indimenticabili quelli disegnati da Piero Tosi per le migliori pellicole di uno dei più grandi registi italiani di tutti i tempi, Luchino Visconti, ma della selezione fanno parte gli abiti che hanno segnato la storia di tutto il grande cinema: Pier Paolo Pasolini, Federico Fellini, Ermanno Olmi e Franco Zeffirelli ma anche Milos Forman, Martin Scorsese, Sofia Coppola e tanti altri.

Un’eccellenza italiana, dunque. Una delle tante che mettono in luce l’importanza dell’Italia nel mondo e di fronte all’eccellenza qualsiasi polemica è destinata a crollare come un castello di carte al primo colpo di vento. O come il corpo del protagonista di “Morte a Venezia” alla vista della bellezza incarnata dal giovane Tadzio.


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