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Arrivano in
redazione diverse e-mail con svariate richieste di informazioni
sull’organizzazione dell’Università di Palermo. In genere, anche se non
siamo i referenti giusti (ci sono gli Uffici amministrativi dell’Ateneo per
questo) riusciamo a smaltirle e a rispondere adeguatamente persino alle
domande relative al settore caotico delle Segreterie di viale delle Scienze.
Ma le domande sulle questioni sanitarie, visto l’argomento particolarmente
delicato, abbiamo deciso di girarle a un’esperta del settore, che
sicuramente meglio di noi saprà affrontare i vari problemi che man mano si
presenteranno.
Inizia quindi da questo numero una rubrica sulla sanità pubblica e sulla sua
organizzazione in ambito regionale, allargata però all’universo-Policlinico
di Palermo, che in quanto struttura appartenente all’Ateneo rientra nella
sfera dei nostri interessi diretti.
La rubrica è curata dalla dottoressa Clotilde Guarnaccia, una laurea in
Infermieristica e un master in Management infermieristico per le funzioni di
coordinamento… e molto altro ancora che non vi elenchiamo per non rischiare
di compilare un curriculum per il quale non è naturalmente questa la sede
più idonea.
Nel dare alla dottoressa Guarnaccia il
benvenuto nella nostra redazione, le auguriamo un buon lavoro.
f. p.
OSS… ma che significa?
In questa rubrica tratteremo di
tutti i problemi legati alla nostra sanità con particolare riferimento al
Policlinico dell’Università di Palermo: aspetti positivi e negativi, nuove
prospettive nel campo medico e infermieristico e tutto ciò che riguarda il
cliente-utente (paziente). In quest’ottica ci piacerebbe che i lettori,
l’utente, il cittadino, gli stessi operatori sanitari potessero darci gli
opportuni spunti per indirizzare più adeguatamente gli argomenti che via via
tratteremo al loro fabbisogno reale.
Tante volte nella nostra professione ci è capitato di sentirci dire: “Io qua
dentro non ci sto capendo niente, fra tutti questi ‘oss’, ‘ota’ … Mi aiuti,
per piacere!”.
Bene. In questa prima puntata parleremo allora di una delle nuove figure
professionali presenti al Policlinico, quella dell’operatore socio-sanitario
(OSS).
A seguito di una specifica formazione professionale, l’operatore
socio-sanitario è in grado di svolgere attività indirizzate a soddisfare i
bisogni primari della persona e a favorirne il benessere e l’autonomia
personale. Inoltre collabora con altre figure professionali quali medici,
infermieri, psicologi, assistenti sociali; presta aiuto per assicurare
l’igiene personale agli utenti se non autosufficienti; somministra i pasti
tenendo conto delle diete individuali. Il tutto, naturalmente, nel rispetto
del segreto professionale cui sono tenute in particolare le figure che
operano nel sociale.
L’operatore socio-sanitario, detto anche operatore di supporto, collabora
con l’infermiere o con l’ostetrica nell’attività assistenziale conformemente
alle direttive del responsabile dell’assistenza infermieristica od ostetrica
o sotto la sua supervisione. Infatti il legislatore ha ribadito che “la
responsabilità della assistenza infermieristica è e rimane in capo
all’infermiere che ha il potere dovere di precludere all’OSS la possibilità
di porre in essere determinate attività se le condizioni e le organizzazioni
funzionali non lo permettono”.
Da ciò appare evidente che nel processo dell’assistenza infermieristica, in
cui al centro è posto l’utente, la responsabilità del “to care” è di
esclusiva pertinenza della professione infermieristica che
nell’estrinsecazione dell’attività può avvalersi di figure di supporto come
gli OSS suddetti.
Man mano che affronteremo le diverse figure del settore, vi diremo che cosa
bisogna fare per intraprendere queste professioni o consigliare qualcuno a
farlo.
L’operatore socio-sanitario è riconosciuto a livello nazionale, ma la
formazione è di competenza delle Regioni e delle Province autonome, che
provvedono all’organizzazione dei corsi e delle relative attività didattiche
conformemente alle disposizioni di legge.
I requisiti richiesti sono: licenza di scuola media inferiore e compimento
del 18° anno di età al momento dell’iscrizione.
Il corso ha una durata complessiva di 1.000 ore e la frequenza è
obbligatoria. Possono accedervi, previo superamento di una prova di
ammissione, i cittadini italiani e stranieri.
Le materie d’insegnamento sono di natura teorica e pratica. L’obiettivo è
quello di formare una professionalità polivalente, che metta in grado
l’operatore di destreggiarsi con sicurezza nelle diverse situazioni che
dovrà affrontare. Egli potrà, dunque, svolgere la sua attività sia nel
settore sociale, sia in quello sanitario; in servizi di tipo
socio-assistenziale e socio-sanitario, residenziali o semiresidenziali; in
ambiente ospedaliero e a domicilio dell’utente; con mansioni di assistenza
diretta alla persona, aiuto domestico e alberghiero, interventi
igienico-sanitari e di carattere sociale.
Fermo restando che questo quadro
di riferimento resta valido in termini generali, per quanto specificatamente
detto in merito alla figura professionale dell’operatore socio-sanitario,
occorre precisare che al momento presso il Policlinico di Palermo tale tipo
di personale proviene dalla formazione interna, con la riqualificazione
degli OTA (operatori tecnici addetti all’assistenza) trasformati in OSS
attraverso appropriati corsi di formazione riservati solo al personale
interno. La formazione specifica della nuova figura dell’OSS aperta anche
agli esterni non è stata ancora avviata.
Clotilde Guarnaccia
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