|
|
Due soli candidati, come ormai
accade sempre più spesso (i non predestinati si stanno stufando di fare solo
le comparse e, anche quando non costretti da minacce e ricatti, preferiscono
mollare sin dall’inizio): il soccombente per “necessità”, e il predestinato,
ovvero il vincitore, spesso la vincitrice, parente, amica, amante o
collaboratrice del presidente della Commissione di concorso.
La segnalazione ci giunge via e-mail direttamente dall’interno dell’Ateneo
per dirci che nemmeno l’Università Mediterranea di Reggio Calabria fa
eccezione in tema di concorsopoli.
Solo che lì al danno da malauniversità si associa la beffa per il candidato
vincitore: un autogol in piena regola causa acume insufficiente, almeno
questo è quello che mostra la realtà oggettiva dei fatti. Insomma è accaduto
che la candidata vincitrice – sì, perché è una donna, tale Alessandra
Romolo, per essere precisi – a un concorso per un posto di ricercatore alla
Facoltà di Ingegneria di quella Università – settore “Costruzioni idrauliche
e marittime e Idrologia” – ha pensato bene, in un afflato di grandeur, di
autocitarsi, nel suo elaborato concorsuale, scrivendo di una pubblicazione
realizzata in collaborazione con il presidente della Commissione che avrebbe
dovuto valutarla, il professore Felice Arena, titolare della cattedra di
Idraulica marittima.
Una debolezza che ha reso riconoscibile lo scritto, che
a sua volta, violando il principio dell’anonimato che vieta di inserire
nell’elaborato elementi identificativi pena l’invalidazione della prova, ha
reso illegittima la nomina. Almeno secondo la sezione staccata di Reggio del
Tar che nella sentenza pubblicata lo scorso 9 marzo ha accolto il ricorso
del candidato escluso, Riccardo Piscopo. E il fatto che ci fossero stati
solo due candidati alla valutazione comparativa ha reso ancora più rigoroso
il giudizio del Tribunale amministrativo. “La previsione di un largo margine
di discrezionalità – si legge sulla sentenza – deve essere controbilanciata
da un maggiore onere di garanzie formali… e deve essere inteso in maniera
più rigorosa il principio dell’anonimato degli elaborati scritti”.
Nel caso in questione, non solo la Romolo ha citato sul suo compito l’opera
– scritta peraltro con lo stesso presidente di Commissione – rendendola
riconoscibile, ma l’ha anche inserita tra i titoli valutabili. E se alla
valutazione comparativa l’ha fatta franca, non la stessa cosa è accaduto al
Tar, al quale il candidato escluso aveva presentato, allegati al ricorso,
diversi precedenti analoghi accaduti in altre Università.
Ora la palla passa all’Ateneo che, davanti alla nomina illecita, dando corso
alla sentenza del Tar, deve provvedere alla designazione dell’unica
alternativa possibile, il candidato Piscopo.
|
|
argomenti correlati:
Torna al sommario..........
Hai un argomento da proporre? Entra nel forum di Ateneo palermitano e avvia il
dibattito con gli altri navigatori
.............................. entra
Oppure scrivi una e-mail
al Direttore
............................. scrivi
|