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Maurizio Graffeo è il magistrato
della Corte dei Conti di Palermo che sta facendo tremare tre dei quattro
Atenei siciliani. Per la precisione, i vertici amministrativi dei tre Atenei
di Catania, Messina e Palermo. Che in barba a bilanci e atti amministrativi
si sarebbero premiati per ritagliarsi un bel gruzzoletto con la scusa della
produttività.
Il periodo preso in esame dal magistrato contabile riguarda il biennio
2003-2005, ma in più punti dell’ordinanza è precisato che i rilievi avanzati
per quel periodo sono ancora attuali.
Le reazioni intanto non si sono fatte attendere. Rettori, direttori
amministrativi e dirigenti vari negano di avere firmato relazioni
autoreferenziali e giurano che è tutto in regola, ma l’inesorabile Corte dei
Conti di via Notarbartolo – presidente della sezione di controllo Maurizio
Meloni – ha giudicato i criteri di valutazione tutt’altro che trasparenti e
ha fissato in sei mesi il termine massimo perché ciascun rettore si adegui
alle obiezioni avanzate dal magistrato oppure motivi la scelta di non farlo.
Ma entriamo nel merito di ciascun Ateneo.
Quello di Catania è l’Ateneo più bacchettato: oltre che autoreferenziali, le
relazioni dei suoi dirigenti sono apparse incomplete e gli obiettivi
generici e “ben lontani dal possedere le necessarie caratteristiche di
chiarezza, misurabilità e coerenza”. Eppure – hanno osservato dalla
Magistratura contabile – proprio gli obiettivi per quel biennio erano stati
dati per raggiunti al cento per cento (con conseguente corresponsione dei
premi nella misura massima possibile).
A Messina la situazione è analoga, con un sistema giudicato poco trasparente
dalla Corte dei Conti, pur avendo l’Ateneo adottato recentemente un
regolamento proprio sui criteri di valutazione: una sorta di vademecum di
cui però a quanto pare non se n’è fatto uso non avendo l’Università fornito
alcuna documentazione sulla sua effettiva utilizzazione.
Anche la documentazione trasmessa dall’Università di Palermo si è rivelata
insufficiente e non consone a quanto attestato. Anche qui tutto il materiale
documentale trasmesso si basa sulle relazioni compilate dagli stessi
dirigenti interessati che, quanto ai premi in denaro, hanno sempre ricevuto
la massima erogazione possibile.
Per la Corte dei Conti, insomma, occorrerebbe prevedere una gradualità dei
premi “in relazione agli effettivi esiti della valutazione”. E per fare
questo bisognerebbe prima stabilire gli obiettivi da raggiungere “in termini
di misurabilità”.
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