settembre-ottobre 2008 numero 80/81

attualità
Test di ammissione a Medicina: blindati quelli di Palermo
e di Roma
L’ombra dei brogli sulle prove. Tra i candidati molti laureati e anziani medici
con gli stessi cognomi di più giovani partecipanti
 

di f. p.

L’ombra dei brogli sui test di ammissione alle Facoltà di Medicina e Chirurgia delle Università di Palermo e di Roma. E i presidi per tutta risposta hanno blindato le prove.

A Palermo la denuncia di un gruppo di studenti e anche una nutrita, sospetta presenza di candidati anziani hanno convinto il preside della Facoltà Adelfio Elio Cardinale a dividere i partecipanti, durante le prove, per fasce d’età.

Così tutti i candidati già laureati (anche in Medicina) che si erano iscritti a partecipare alla selezione – ragionevole il sospetto che l’abbiano fatto per aiutare nelle risposte figli, nipoti e amichette varie – si sono ritrovati insieme nelle stesse aule, come vecchi compagni di classe alle rimpatriate da ex allievi. E i loro figli, nipoti e amichette varie insieme in altre aule, a rimpiangere di non aver sufficientemente studiato i metodi di lettura del pensiero e di trasferimento di scrittura con la sola forza della volontà.
Nessuna “pietà” per loro da parte del preside Cardinale, né da parte di Antonino Bono – il presidente del Corso di laurea in Medicina e Chirurgia dell’Ateneo palermitano che ha organizzato la prova (al decisionismo di entrambi vanno i nostri personali apprezzamenti).

Intanto Raffaele Damanico, responsabile della Segreteria didattica della Facoltà, ha tenuto a precisare: “Tra la pubblicazione del bando e il giorno del test d’ingresso a Medicina intercorrono solo sessanta giorni: troppo poco per controllare le migliaia di domande di ammissione che arrivano in Segreteria”. E così i candidati dichiarano i propri titoli di studio in autocertificazione. Per questo motivo – sempre secondo Damanico – non si può prevenire la presenza di candidati non idonei prima del test: “Solo al momento dell’immatricolazione scatta il controllo dei requisiti”.

Ma com’è nato il sospetto nei giovani studenti palermitani da cui, attraverso un sindacato, è partita la denuncia, fatta pervenire anche ad alcune Associazioni di consumatori?
In un modo semplicissimo: mettendo in ordine per data di nascita tutti i 1.900 candidati che si erano iscritti alle prove.
Così facendo si sono accorti che quasi un centinaio di aspiranti medici rientravano in una fascia d’età compresa tra i 38 e i 66 anni. Troppo anziani per essere credibili nella determinazione di voler affrontare un corso di studi lungo e impegnativo come quello della professione medica, specie considerando che molti di loro hanno già un lavoro (anche di pubblici dipendenti) o una laurea e condividono con candidati più giovani lo stesso cognome e lo stesso indirizzo.

“Abbiamo segregato i candidati sospetti” ha detto con una battuta il preside Cardinale, spiegando la suddivisione nelle classi per fasce d’età.
Ma, battute a parte, Cardinale ha tenuto a sottolineare che nel corso delle prove è stata aumentata la vigilanza di carabinieri e polizia proprio per garantire la trasparenza di tutto il procedimento.

Insomma, i 275 posti disponibili quest’anno sono davvero prerogativa di chi lo merita di più.

 


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