giugno-luglio/agosto 2008 numero 78/79

attualità
Baroni e Privilegi
Nella casta delle Università si guadagnano anche diecimila euro al mese
per poco più di tre ore al giorno di lavoro
 

di  f. p.

nella foto: Marcello Fontanesi, rettore dell’Università di Milano Bicocca
 

Sicuramente l’avrete letto, ma ci sembra utile riproporvelo perché l’argomento, in un certo senso, ci appartiene e perché, quando si parla di privilegi baronali, oggi non si pensa più, come in epoca feudale, alla possibilità di essere giudicati da una giuria di propri pari, o di poter amministrare giustizia nei propri feudi in nome del re (allo “ius primae noctis”, pur rivisitato, si pensa ancora, viste certe forche caudine accademiche che senza “merce di scambio” non rilasciano alcun lasciapassare nemmeno per l’esame più inutile del più inutile piano di studi universitario): oggi i baroni sono quelli accademici e i privilegi quelli di cui essi allegramente godono.
Uno dei più significativi: guadagnare anche diecimila euro al mese per poco più di tre ore al giorno di lavoro, come risulta sul Conto annuale del personale della Ragioneria Generale dello Stato.

A mettere le mani in tasca ai baroni, soprattutto ai rettori delle Università italiane, ci ha pensato lo scorso 21 luglio “il Giornale” – “Baroni? Di nome e di reddito, portafogli gonfi per i capi degli Atenei” –  e prima ancora, il 26 maggio, dopo la pubblicazione dei dati della Ragioneria sulla Gazzetta Ufficiale, un articolo di approfondimento di Gianni Trovati su “Il Sole 24Ore”, che – come ci ha raccontato “il Giornale” – ha fatto scalpore e scatenato i docenti, i quali – carta e penna alla mano – “hanno affidato il loro sdegno a un documento redatto dalla professoressa Lilla Maria Crisafulli, docente di Storia e Lingua inglese a Bologna”, sul quale si legge che “in realtà non basterebbero neppure le 24 ore giornaliere per tener testa a quello che la coscienza del docente e l’immaginazione e curiosità del ricercatore che è in ognuno di noi ci spingono a fare, per l’evoluzione scientifica dei nostri studenti e l’aggiornamento delle conoscenze nei nostri settori disciplinari”.

Sdegni, reazioni di sconcerto e proteste a parte, la realtà parla chiaro: per i professori a tempo pieno il carico di lavoro è di sole 350 ore l’anno a fronte di stipendi da Paperon de’ Paperoni. (Un esempio? I 166 mila euro l’anno percepiti da Marcello Fontanesi, rettore dell’Università di Milano Bicocca).

E loro minacciano lo sciopero contro una Finanziaria che vorrebbe limitargli gli scatti di anzianità…
 

 


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