maggio 2008 numero 77

attualità
Come prima, più di prima
Una lettera anonima in redazione denuncia l’ennesima concorsopoli nazionale

 

di Francesca Patanè


Nei giorni scorsi è arrivata alla mia casella di posta elettronica la lettera (anonima) di una vittima - in pectore - di malauniversità.
Ve la propongo, opportunamente depurata per rendere irriconoscibili luoghi e persone.
Al di là del caso in questione e dei suoi riscontri reali (che mi sono divertita a ritrovare), questa lettera rispecchia le falle di un sistema generale che difficilmente potrà essere “riparato” senza interventi radicali.
Quanto al concorso di cui mi ha parlato il “giovane dottore di ricerca”, saprò presto, forse, se sarà proprio “il collega di sei anni più vecchio, che nella vita fa invece tutt’altro” a vincere quel concorso…

f. p.





scusate se mantengo l'anonimato, capirete i motivi della discrezione


cosa posso fare?

Devo partecipare tra un mese a un concorso per ricercatore in xx presso la Facoltà di xx dell'Università di xx, dove, a quanto ho capito, nonostante io possieda titoli nettamente superiori (circa xx pubblicazioni sulle riviste più importanti in Italia nel settore xx, oltre a periodi di studio all'estero come visiting researcher) sono dato già in partenza per perdente rispetto a un mio collega, di sei anni più vecchio, che nella
vita fa invece tutt'altro. (Naturalmente se volete posso anche mandare
riferimenti più precisi di quello che dico).

La mia sensazione di sconforto è aggravata dal fatto che per dare una parvenza di regolarità alla procedura è stato invitato a presiederla un professore di xx, oltre la settantina, già sostanzialmente in pensione ma designato
proprio dal principale supporter del mio rivale (professore di xx
anch'egli ultrasettantenne, ma evidentemente ancora in grado di fare il
bello e il cattivo tempo, in questa gerontocrazia italiana), che è un
suo caro amico (sai, a quella età, ci si intende...)

Altri colleghi hanno già rinunciato a partecipare, visto come si stanno mettendo le cose, e per non urtare le suscettibilità, pensano di ritirare la domanda.

Io non ho intenzione di mollare perché non riesco a rassegnarmi al clima di assoggettamento che regna all'università.

Ma c'è qualcosa che concretamente si può fare in via preventiva? So che poi potrei fare ricorso, ma i tempi sono biblici... Si possono chiamare ispettori dal ministero o fare qualcosa di concreto per prevenire?

a presto


giovane dottore di ricerca: o meglio in cerca d'autore (e di un lavoro)
 

 


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