aprile 2008 numero 76

attualità
Bari: l’importante è che paghi
 
Compravendita di esami e tesi di laurea alla Facoltà di Economia dell’Ateneo pugliese. Richiesti per una materia anche 3.000 euro
 

di f. p.

Ancora una volta nell’occhio del ciclone mediatico: l’Ateneo di Bari in tema di malauniversità non teme concorrenza.
Stavolta si è trattato di compravendita di esami e tesi di laurea alla Facoltà di Economia.
Un giro di soldi ordito da un docente di Matematica – Pasquale Barili - e congegnato a regola d’arte per passare inosservato.
L’escamotage consisteva nell’assicurare agli studenti la materia in cambio di un ciclo di lezioni private a pagamento (euro 3.500 cash) nell'Istituto Mediterraneo delle Scienze presieduto dall'assistente del docente – Massimo Del Vecchio - finito in manette insieme al suo esimio prof.

Esamopoli – così com’è stata prontamente ribattezzata l’inchiesta, cominciata nel 2005 - ha portato agli arresti domiciliari sei persone, due docenti e quattro dipendenti dell’Ateneo, ed è stata in grado di garantire il successo, a chi pagava, in intere sessioni di esami e di laurea.
Le misure restrittive sono state emesse dal gip del Tribunale barese Vito Fanizzi, su richiesta del procuratore Emilio Marzano e del sostituto inquirente, Francesca Pirrelli.

Dai 700 ai 3.000 euro, in base alla difficoltà dell’esame: queste le somme sborsate dagli studenti per assicurarsi le materie nella Facoltà.
A essere taglieggiati soprattutto studenti non residenti e stranieri (greci, in particolare). Cinquantamila euro sborsati in otto mesi, e chi pagava una volta rimaneva invischiato nel giro e doveva continuare a pagare.

Pizzo accademico, insomma. Tra uno sbadiglio di Stato e l’altro, in un risveglio primaverile attestato dal calendario, non dalle coscienze.


 


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