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Ancora una volta nell’occhio del ciclone mediatico: l’Ateneo di Bari in tema
di malauniversità non teme concorrenza.
Stavolta si è trattato di compravendita di esami e tesi di laurea alla
Facoltà di Economia. Un giro di soldi ordito da un docente di Matematica –
Pasquale Barili - e congegnato a regola d’arte per passare inosservato.
L’escamotage consisteva nell’assicurare agli studenti la materia in cambio
di un ciclo di lezioni private a pagamento (euro 3.500 cash) nell'Istituto
Mediterraneo delle Scienze presieduto dall'assistente del docente – Massimo
Del Vecchio - finito in manette insieme al suo esimio prof.
Esamopoli – così com’è stata prontamente ribattezzata l’inchiesta,
cominciata nel 2005 - ha portato agli arresti domiciliari sei persone, due
docenti e quattro dipendenti dell’Ateneo, ed è stata in grado di garantire
il successo, a chi pagava, in intere sessioni di esami e di laurea.
Le misure restrittive sono state emesse dal gip del Tribunale barese Vito
Fanizzi, su richiesta del procuratore Emilio Marzano e del sostituto
inquirente, Francesca Pirrelli.
Dai 700 ai 3.000 euro, in base alla difficoltà dell’esame: queste le somme
sborsate dagli studenti per assicurarsi le materie nella Facoltà.
A essere taglieggiati soprattutto studenti non residenti e stranieri (greci,
in particolare). Cinquantamila euro sborsati in otto mesi, e chi pagava una
volta rimaneva invischiato nel giro e doveva continuare a pagare.
Pizzo accademico, insomma. Tra uno sbadiglio di Stato e l’altro, in un
risveglio primaverile attestato dal calendario, non dalle coscienze.
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