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E’ stata approvata all’unanimità lo scorso 19 aprile la mozione della
Conferenza dei rettori delle Università italiane sulla situazione
finanziaria in cui versano gli Atenei nazionali.
“Alla data del 1° gennaio 2007 – si legge sulla mozione – le Università già
denunciavano una riduzione reale delle risorse pari a circa un miliardo,
limitando il calcolo ai costi sostenuti nel solo biennio 2005-2006”. A
questa cifra sono da aggiungere da un lato i tagli ministeriali ai
finanziamenti, dall’altro le spese, quelle necessarie o quelle obbligate:
tra incremento Istat e nuovi contratti, per esempio - sottolineano i rettori
– la voce stipendi del personale tecnico-amministrativo, “che, per il solo
anno 2007, comporterà un incremento del 4,46%, ossia un importo stimabile in
80 milioni di euro”, sarà particolarmente gravoso.
Questa situazione comporterà – secondo la mozione della Crui – “un aggravio
di 1,5 miliardi di euro, cioè una diminuzione reale pari al 21,1% dei
finanziamenti alle Università”.
Ergo, meglio mettere le mani avanti: “In assenza di provvedimenti urgenti ed
adeguati, le Università non saranno in grado di pagare gli aumenti
stipendiali né al personale docente né al personale tecnico amministrativo”
e neppure saranno in grado di reperire risorse per il reclutamento dei
ricercatori al fine di “integrare in maniera significativa gli stanziamenti
previsti dalla Legge Finanziaria”. Tempi duri per la ricerca accademica
italiana.
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