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Dov'eravamo rimasti a
settembre? Ah, ecco... viva l'Italia.
Viva l'Italia, appunto. Perché noi in un certo senso l'avevamo annunciato. Preveggenza? No. Occhi aperti su come funzionano, anzi,
non funzionano, le cose in Italia.
La notizia: il giudice per le indagini preliminari di Roma Sante Spinaci ha
accolto la richiesta
di archiviazione - inoltratagli dal sostituto procuratore Giuseppe
de Falco il 28 luglio scorso - della
denuncia
che il professore Quirino Paris aveva avanzato il 6 dello stesso mese a carico
di Graziano Zocchi - docente all'Università di Milano e membro del Comitato d'area per le Scienze agrarie del Consiglio
Universitario Nazionale (Cun) - e di Luigi Labruna, presidente dello stesso Cun.
L'accusa per Labruna era di
insufficiente e inadeguata vigilanza, nel suo ruolo appunto di presidente del Cun, sulle Commissioni di conferma nel settore agrario (AGR/01);
per Zocchi, invece, quella di aver arbitrariamente diffuso le due e-mail, che
Paris gli aveva inviato e che sono all'origine del caso, ai nomi
elencati su quelle e-mail: Mario Prestamburgo, dell'Università di Trieste; Antonino Bacarella, Salvatore Tudisca e Giuseppe Chironi,
dell'Università di Palermo; Francesco Bellia, dell'Università di Catania; Giuseppe De Meo, dell'Università di Bari; Lorenzo Idda, dell'Università di
Sassari; Augusto Marinelli, dell'Università di Firenze e Dario Casati,
dell'Università di Milano.
Tutti docenti dell'area di Agraria che il professore trentino ritiene responsabili di comportamenti da "cupole
e mafie accademiche".
Ma il Gip Spinaci dà forza alla tesi di de Falco. E dichiara inammissibile l'opposizione
all'archiviazione
avanzata da Quirino Paris per mancanza di "pertinenza" e "rilevanza" e, nel merito, accoglie la richiesta di archiviazione, "non ravvisandosi
la necessità di ulteriori indagini", per "mancanza di profili penalmente rilevanti nelle condotte dello Zocchi... e del La Bruna... posto che dal
tenore delle
missive in questione (le e-mail di Paris, n.d.r.) emergeva sostanzialmente... solo la segnalazione di anomalie o comunque inidoneità procedurali...
e la sollecitazione al cambiamento dei criteri di designazione di dette commissioni... inidonea a determinare di per sé l'obbligo di denuncia...".
Da ciò una lezione di diritto per tutti noi che uomini di legge non siamo: prima di segnalare per iscritto che
comportamenti mafiosi, inaccettabili
in una società civile, stanno rovinando l'Italia, ricordiamoci:
a) che le anomalie in Italia sono normali (pertanto meritano l'archiviazione delle indagini)
b) che le inidoneità procedurali in Italia sono consentite dalla legge (pertanto meritano l'archiviazione delle indagini)
c) che dobbiamo ripassare a memoria i casi che per la legge determinano "obbligo di denuncia". Altrimenti col fischio che ci stanno a sentire.
E se intanto l'Italia crolla? Crolli pure, ma con tutti gli obblighi al posto giusto. A pararle il deretano. |
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