giugno 2006 numero 54

attualità
Perché l'Università di Palermo non ha fatto come l'inossidabile Andreotti?...
I commenti dei lettori sul caso Patanè

nella foto: Copertina del bimestrale "i Corsivi" (maggio-giugno 1992, anno VII, n° 3)

Gentile Direttore,

ho seguito con sconcerto la vicenda in cui si è trovata coinvolta.
Mi permetta, al riguardo, tre considerazioni.

1) Se i vertici accademici dell’Università di Palermo intendevano dare massima pubblicità alla vicenda dei due professori della Facoltà di Agraria dell’Ateneo indagati (a torto o a ragione lo stabilirà la Magistratura) per una vicenda legata a supposte irregolarità avvenute in concorsi di accesso alla docenza universitaria, certamente sono riusciti nell’intento.
Nel caso opposto, i medesimi vertici accademici avrebbero fatto meglio a seguire l’esempio di un parlamentare di lunghissimo corso, l’On. Giulio Andreotti, che attaccato più o meno correttamente, ha sempre seguito una linea di condotta che lo ha portato ad “ignorare” gli attacchi che gli venivano mossi.
Spesso, scegliere di tenere un profilo basso paga, ma chi è al vertice dell’Ateneo di Palermo, evidentemente non ha la stessa sagacia e lo stesso aplomb dell’"Inossidabile"...

2) E’ assolutamente incredibile che una Amministrazione pubblica possa variare per ben tre volte l’imputazione mossa in via formale nell’atto di accusa.
E’ vero che gli avvocati che frequentano le aule dei tribunali sono in grado sia di sostenere tutto ed il contrario di tutto, sia di rivoltare la classica frittata, ma per un Ateneo – dove si insegna diritto – ricorrere a pratiche di questo tipo non è certo il massimo... pubblicitariamente parlando... Pessimo spot.

3) Penso che i vertici accademici della Sua Università, quando hanno avviato il procedimento che l’ha riguardata e che ha prodotto una sanzione assolutamente non in linea con quanto preannunciato nella lettera di contestazione degli addebiti, non avessero messo in conto la reazione scatenatasi per via mediatica. Sotto questo profilo, trovo assolutamente appropriata la fotografia che correda l’articolo dal titolo “Tutti insieme appassionatamente”, dove Lei riporta tutti i link di siti che hanno parlato della vicenda... Probabilmente dalle brume di un mare che si riteneva per Lei particolarmente procelloso, non è emersa la scialuppa che tutti (in Rettorato e Direzione amministrativa) si aspettavano, ma una “corazzata” – come la Bismarck, appunto – tascabile quanto si vuole, ma pur sempre... “corazzata”!

Direttore, non mi dilungo di più, ma Lei ha tutta la mia solidarietà, i vertici del Suo Ateneo tutta la mia disapprovazione.
Altre strade, certamente più condivisibili e meno truculente, si sarebbero potute seguire, ma non sempre la protervia che caratterizza tanti accademici italiani, è buona consigliera...
Cordiali saluti.

Lettera firmata


...Perché l'Università di Palermo non è inossidabile

Caro Lettore,

tempo fa pubblicai sulla copertina di un giornale di cui ero direttore responsabile la foto dell'onorevole Giulio Andreotti con questo titolo: Padrino della Patria.
Sul bavero della giacca, con un fotomontaggio, gli misi un piccolo ovale con il volto dell'europarlamentare Salvo Lima, all'epoca in Sicilia, insieme ad Andreotti, in odore (e in sapore...) di mafia.
Accanto a quella foto un altro titolo: Il fiore all'occhiello.
Attesi pazientemente una reazione, che non arrivò mai. E la cosa finì lì.

Ma Giulio Andreotti, nel bene e nel male, fu ed è un grande uomo.

Grazie delle Sue osservazioni.

f. p.

P.S.: Per quanto riguarda la Bismarck, non dimentichi che sono anche bibliotecaria: ai "tascabili" sono abituata...


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