Gentile Direttore,

vorrei esprimere due commenti riguardo alla vicenda del suo procedimento disciplinare.
Il primo e' che l'intera vicenda si configura come un attacco alla liberta' di stampa portato da un'Istituzione che dovrebbe essere e comportarsi come il baluardo, l'ultima spiaggia, delle virtu' civili.
La meschinita' delle accuse a lei rivolte da parte del direttore amministrativo dell'Universita' di Palermo, seguite dall'intervento del rettore Silvestri a sostegno di una decisione imbarazzante per l'Istituzione, dimostra che le piu' alte cariche dell'Universita' di Palermo devono pagare pubblicamente debiti a persone che usano il bene pubblico a fini privati.

La tecnica di uccidere il "messaggero" e' millenaria ma, nel suo caso, il coltello guidato da mano stupida ha trovato una corazza di diamante e si e' spezzato.

Il secondo commento e' un tributo alla Sicilia e alla sua capacita' di esprimere continuamente persone del massimo rigore intellettuale e morale.
Tali persone rappresentano la speranza del rinnovamento non solo della Sicilia ma dell'Italia intera.
Con ammirazione.

Cordiali saluti.

Quirino Paris
University of California, Davis
(Department of Agricultural and Resource Economics
University of California, Davis
One Shields Ave
Davis, CA 95616)

Numeri e parole

Caro Professore,

La ringrazio delle parole che ha scelto per difendere quella parte dell'Isola che ha ancora voglia di gridare il proprio sdegno davanti a un'Italia che Lei stesso, in altra sede, ha definito "capovolta".

La mia corazza (che non credo però sia di diamante!) non si è spezzata, è vero, ma il merito non è solo mio: è di tutti coloro che, come Lei, hanno ritenuto opportuno combattere al mio fianco e appoggiare un "messaggero" di libertà.

Se è vero che i numeri "parlano", gli oltre settemila messaggi di solidarietà che ho ricevuto (provenienti da diverse parti del mondo) devono pure dire qualcosa.
Davanti a questi numeri, persino le parole non bastano più.

Ricambiando l'ammirazione.

f. p.