|
|
Se il prof. Mario Prestamburgo mi avesse conosciuta prima, avrebbe saputo che una delle cose che mi fa imbestialire
di più è non poter tener fede ai programmi.
Avrebbe saputo che non sono una che demorde e che si arresta al primo ostacolo.
Se mi avesse conosciuta prima avrebbe dato per scontato che quando mi si dice "no comment", come ha fatto lui alla richiesta
di una semplice intervista, io punto i piedi e comincio a strillare.
Ma il prof. Mario Prestamburgo non mi conosceva, quel 29 maggio a Roma, al processo Paris.
Per strillare non ho strillato, dopotutto eravamo in un'aula di Tribunale, ma quel no comment, pur sacrosanto, mi è
rimasto sullo stomaco per giorni e giorni.
Perché il suo legittimo rifiuto di comunicare alla stampa non ha più valore del mio
legittimo diritto di comunicare ai lettori.
Ed è con la segreta speranza che il prof. Prestamburgo possa condividere con me questo semplice assunto che ho scelto
di pubblicare qui di seguito le domande che avrei voluto fargli e non ho potuto.
Nell'attesa che gli spazi vuoti delle risposte possano al più presto essere colmati.
- Professore Prestamburgo, se dovesse spiegare a chi non sa perché siamo qui oggi che cosa direbbe?
-
- Il procuratore generale di Torino Giancarlo Caselli qualche giorno fa ha detto: “C’è l’Italia delle regole e ci sono
le altre Italie, quelle dei furbi. Quanto sta accadendo nel calcio fa da specchio al nostro Paese”. Dunque il moggismo
non è soltanto Moggi, come il fascismo non fu soltanto Mussolini.
Tra le tante Italie dei furbi di cui ha parlato Caselli, secondo lei, c’è anche quella accademica? Dobbiamo usare la
parola “moggismo” anche per il mondo universitario nazionale?
-
- Secondo lei, l’autonomia universitaria può avere inciso negativamente sull’attuale organizzazione dei concorsi nazionali
per il reclutamento dei docenti universitari?
-
- Professore, chi scrive come la sottoscritta di aperture di inchieste sui concorsi universitari nazionali in un modo o
nell’altro ha problemi. Un caso o che altro, secondo lei? I giornalisti fanno il loro mestiere, che è quello di informare.
Le querele o tutte le altre azioni proprie o improprie finalizzate a scoraggiarli se non hanno lo scopo di imbavagliare la
stampa libera che altro scopo potrebbero avere?
-
- Il professore Quirino Paris, il docente da cui è partita la denuncia, ha parlato di “santini”, di “colonizzazione della
disciplina” di Agraria e di favoritismi in materia di concorsi a vantaggio di amici e parenti. Magari non è vero – spetterà
ai giudici l’ultima parola sulla questione – però è un fatto: i cognomi, gira e rigira, sono sempre gli stessi. E non solo
nell’area di Agraria: interi dossier nelle redazioni dei giornali e nelle Magistrature mostrano un mondo accademico italiano
che tanto in salute non sta... Esiste, secondo lei, su questi temi, una “questione italiana”?
-
- Sa che l’Università di Firenze, come prima quella di Bari, si è vista tagliare i finanziamenti da parte del Comune fino
a quando non si farà chiarezza e non si stilerà un codice di condotta a garanzia della trasparenza? E se tutte le
amministrazioni pubbliche prendessero analoghi provvedimenti? Se il ministro decidesse di tagliare i fondi a tutti gli
Atenei implicati? Che accadrebbe, secondo lei?
-
- Lei che è stato anche segretario di governo (alle Politiche agricole nel Governo Dini) e che sicuramente ha avuto
l’opportunità meglio di tanti altri di confrontare il sistema concorsuale accademico italiano con quello di altri Paesi
dell’U.E. dovrebbe saperlo: ci spiega come funziona in quest’ambito il sistema in Europa?
-
- Professore, dove sta andando l’Università italiana?
-
- L’Università ideale secondo Mario Prestamburgo.
-
- Come finirà questa storia del processo per diffamazione a Quirino Paris, secondo lei?
-
- Grazie.
|
|
argomenti correlati:
Torna al sommario..........
Hai un argomento da proporre? Entra nel forum di Ateneo palermitano e avvia il
dibattito con gli altri navigatori
.............................. entra
Oppure scrivi una e-mail
al Direttore
............................. scrivi
|