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Provate a cercare su google “ateneo palermitano”.
Ignorate (per una volta!) questo giornale che generalmente, modestia a
parte, occupa sempre le prime posizioni. A seguire… che c’è?
Non lasciatevi ingannare dal nome che appare sul primo rigo: cliccate lo stesso e … miracolo! Avete visto
che appare?
Ma sì, un clone della mia testata! “Ateneo Palermitano”, periodico mensile dell’Università degli Studi di Palermo,
direttore responsabile Dario Fidora, registrazione Tribunale di Palermo n. 2 dell’1/6 febbraio 2002!!!
Quando l’ho visto mi sono precipitata al Tribunale (ma chi me le risarcisce alla fine le suole delle scarpe?) e avevo
quasi sfoderato tutte le mie armi contro quella povera funzionaria che quando mi vede ormai cambia strada, che lei mi
blocca e mi dice: “Ateneo News”. Come “Ateneo News”? “Ateneo News”, mi conferma mostrandomi il registro.
Già, al n. 2 dell’1/6 febbraio 2002 del Registro dei Periodici del Tribunale di Palermo Ufficio Volontaria Giurisdizione
è vero che c’è una testata di proprietà dell’Università di Palermo, ma:
1) non è un periodico mensile, bensì un quotidiano
2) non è “Ateneo Palermitano” (sospiro di sollievo della funzionaria del Tribunale), ma “Ateneo News”
3) anzi, a ben pensarci, non è proprio, visto che di copie d’obbligo pare non esserci ombra.
Eppure la pagina su Internet, quella che anche voi, se avete seguito le mie istruzioni, avete davanti, parla chiaro:
“Ateneo Palermitano”, periodico mensile dell’Università degli Studi di Palermo – Ufficio Stampa, registrata (sic) al
n. 2 dell’1/6 febbraio 2002.
Ora divertitevi a cliccare nei vari mesi di uscita, elencati dal più recente in alto (aprile 2006) al più vecchio
in basso (maggio 2002). Quanti articoli avete trovato?
Non importa, se vi fidate vi faccio io un rapido prospetto:
- nessuno da maggio 2002 a novembre 2002
- tre a dicembre 2002
- uno a gennaio 2003
- due a febbraio 2003
- due a marzo 2003
- quattro ad aprile 2003
- sei a maggio 2003
- dieci a giugno 2003
- tre a luglio 2003
- quattro ad agosto 2003
- tre a settembre 2003
- quattro a ottobre 2003
- nessuno da novembre 2003 a dicembre 2003
- due a gennaio 2004
- nessuno da febbraio 2004 a marzo 2004
- diciannove ad aprile 2004 (da non perdere in questo mese l’articolo “dfsdfsdfs”)
- venti a maggio 2004 (interessante il pezzo sulla conquista dello scudetto da parte dell’Inter,
peccato che i giocatori non ne siano a conoscenza)
- ventisette a giugno 2004
- uno a luglio 2004
- sette ad agosto 2004 (due dal titolo “Prova”)
- diciotto a settembre 2004
- ventiquattro a ottobre 2004 (con un articolo duplicato)
- ventinove a novembre 2004
- quarantotto a dicembre 2004
- quarantaquattro a gennaio 2005 (con diversi articoli duplicati)
- trentaquattro a febbraio 2005 (con alcuni articoli duplicati)
- nessuno da marzo 2005 ad aprile 2006.
Ma, udite udite, anche gli articoli presenti … sono una finta!!! (Per un esempio significativo della
qualità - il prof. Nicola Giuliano Leone preside della Facoltà di
Architettura di Palermo e lo storico Palazzo chiaramontano sede del
Rettorato dell'Ateneo mi perdoneranno, ma - come si dice - ambasciator non
porta pene... -
cliccate qui) Per essere più precisi
- come avrete sicuramente già notato - sono link all’altra testata
elettronica, “Ateneonline” (evvai con la pubblicità, ma è un omaggio, no problem),
quella registrata dall’Ateneo nel 2001 e l’unica in regola con le leggi
sulla stampa. Insomma, questa ennesima trovata editoriale è solo un contenitore quasi vuoto di una testata abusiva “Ateneo Palermitano”
(toh, che combinazione, si chiama come la mia…), che contiene link a un’altra testata, “Ateneonline”, che riporta dati
di registrazione appartenenti ad un’altra testata ancora, “Ateneo News”.
E tutto ciò (esempi significativi compresi)
è tranquillamente in linea e a disposizione dei naviganti del web distribuiti in ogni parte del mondo.
E ora vi metto alla prova…
Se avete letto i polpettoni che per necessità di comprensione vi ho propinato con due
articoli precedenti di questo numero speciale, qualcosa vi deve pure essere venuto in mente…
Vi aiuto.
Quest’ultima levata d’ingegno - un “Ateneo Palermitano” del 2002 - a rigor di logica, non può
risalire a prima del 25 febbraio 2003, ovvero prima della lettera che il giornalista Dario Fidora in quella data aveva inviato
all’Amministrazione
per informarla del mio esposto-denuncia del 13 dicembre 2002.
Fidora “direttore responsabile” di questa nuova trovata editoriale, infatti, è lo stesso Fidora che con quella lettera
aveva sollecitato il primo procedimento disciplinare avviato poi nei miei confronti, è lo stesso Fidora, cioè, che
all’epoca aveva difeso a spada tratta l’ “Ateneo Palermitano” registrazione n. 9/75, sì, l’abusivo, per meglio dire,
il “clandestino”!
Ma se già da un anno (ragionando per assurdo, naturalmente…) l’Università poteva vantare un
“Ateneo Palermitano” di sua proprietà (registrazione n. 2/2002), che ragione c’era nel 2003 di difendere (contro
la dipendente colpevole di aver registrato la testata a nome suo) il giornale con registrazione n. 9/75, quello
“nato da un’idea di Marina Pino” e presentato con tutti i crismi dell’ufficialità alla stampa? (per questo riferimento
leggete qui).
Pertanto, al tempo del mio primo procedimento disciplinare datato 2003, la trovata editoriale dell’ “Ateneo Palermitano”
n. 2 dell’1/6 febbraio 2002 non doveva essere stata ancora partorita…
E poi, l’ “Ateneo Palermitano” registrazione n. 9/75 non era perfettamente in regola con le leggi sulla stampa, secondo
quanto Fidora stesso aveva sostenuto al tempo del mio primo procedimento disciplinare?
E allora perché la necessità di
un altro “Ateneo Palermitano” registrazione 2002? (Forse per poterne differenziare le direzioni responsabili, Antonio La
Spina per il 9/1975, Dario Fidora per il 2/2002)?
E’ vero che l’unione fa la forza e che per contrastare l’unico legittimo
“Ateneo Palermitano” (il mio) probabilmente si è sentito il bisogno di
crearne due, ma – la legge parla chiaro – non possono esistere due testate
uguali, figuriamoci tre!… ( infatti formalmente ne esiste solo una…).
E anzi, ora
che ci penso, non possono esistere tre testate uguali, figuriamoci
quattro...
Eh sì, perché (non ve l'avevo ancora detto per non confondervi le idee, ma è
il caso almeno di accennarlo per completezza di informazione) su internet -
che a giudicare da certe scelte pare venga considerato un vero e proprio
porto franco, un miracolo della tecnologia che consente di scavalcare tutte
le leggi, anche quella sulla stampa – oltre al finto “Ateneo Palermitano”,
quello che al Tribunale è registrato come “Ateneo News” (il n. 2 del 2002),
e oltre all'intero contenuto dell' "Ateneo Palermitano" cartaceo clandestino
registrazione n. 9/75, appare anche un altro "Ateneo Palermitano", stavolta
in versione solo elettronica (almeno così sembra), che ha:
- la stessa registrazione dell’ “Ateneo Palermitano” clandestino cartaceo (n.9/1975);
- in una prima fase anche lo stesso direttore responsabile - Antonio La
Spina - e lo stesso condirettore, a cui però misteriosamente salta lungo la
strada la qualifica di "editoriale" (che ha invece nella versione cartacea)
e che successivamente diventa lui stesso direttore responsabile al posto di
La Spina : Dario Fidora;
- ma… contenuti diversi!!!
Insomma, riepilogando, l’Università di Palermo sarebbe “proprietaria” di due
testate in tre versioni differenti che si chiamano tutte e tre “Ateneo
Palermitano”, che sono tutte e tre abusive, che hanno due registrazioni
diverse, la n. 9 del ’75 (per due versioni, una cartacea e una on line) e la
n. 2 del 2002 (per la versione on line del finto “Ateneo Palermitano” che
invece formalmente si chiama “Ateneo News”) e due direttori responsabili
distinti: Antonio La Spina, poi sostituito da Dario Fidora, per le due
versioni cartacea e on line targate 9/75, e Dario Fidora, (che, in realtà,
al Tribunale risulta primo direttore responsabile di “Ateneo News”) per la
finta versione targata 2/2002. (Un premio offerto da “Ateneo Palermitano”,
quello vero, a chi capisce prima…).
Questo è quello che attualmente (certamente al momento in cui scrivo) appare
su internet.
E così, di conseguenza, ha potuto realizzare nel 2003 ben tre Atenei
Palermitani – stesso giornale, ma contenuto diverso – a gennaio, a luglio, a
settembre e a ottobre...
Mentre a ottobre del 2002 e a dicembre del 2003 gli accavallamenti –
chiamiamoli così – hanno riguardato solo (!) due Atenei Palermitani, il
cartaceo e l’elettronico targati entrambi 9/75, che in quei mesi hanno
condiviso appunto la testata, ma non il contenuto…
Per non parlare poi degli accavallamenti dell’ ”Ateneo Palermitano”
elettronico 9/75 con il finto ”Ateneo Palermitano” elettronico 2/2002
(quello nascosto dietro le spoglie di “Ateneo News”): due contenuti diversi
a dicembre del 2002, da febbraio a giugno del 2003, ad agosto del 2003, a
gennaio del 2004 e da aprile a ottobre del 2004!!! (verificare per credere…
se ne avete il coraggio...)
Una magia da manuale, insomma, ad uso e consumo degli aspiranti giornalisti locali, ma anche un pasticcio accademico che non ha
certo contribuito, secondo il leit motiv dell’Amministrazione, a non “recare danno” e a non “portare disdoro”
all’Ateneo.
Un pasticcio che richiama alla mente (analoghe le motivazioni di base?) i poco edificanti e recenti fatti di
cronaca - di cui l’iperspazio di internet è stato tutt’altro che muto testimone – che hanno coinvolto lo stesso Fidora,
il Laboratorio di Giornalismo della Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Palermo e i suoi studenti
tirocinanti.
Il caso è noto, ma qualche volta, come si dice, repetita iuvant.
E’ accaduto che – come lui stesso ha raccontato su un sito internet – con un appiglio giuridico contestato da una
parte e confermato dall’altra, Dario Fidora pare sia stato destituito dall’incarico di direttore di quel Laboratorio
di Giornalismo prima della scadenza naturale e dopo anni di esercizio nel ruolo. La motivazione formale: mancanza
del requisito minimo, un’anzianità di iscrizione nell’elenco dei giornalisti professionisti di almeno dieci anni
(secondo la controparte).
Non entro nel merito dell’accaduto: non mi compete e non mi interessa.
Non è mia intenzione nemmeno commentare.
Se dovessi farlo, dovrei parlare di conflitti di potere (nel senso di bracci di ferro per la sua spartizione);
dovrei storcere il naso davanti alla legittimità di uno statuto, quello della scuola di giornalismo, per il quale
al Consiglio della Facoltà di Scienze della Formazione sarebbe stata presentata una “proposta di variazione” che, secondo
quanto affermato sul sito da Fidora,
“si vorrebbe fare operare retroattivamente”; dovrei sottolineare, insieme a Fidora, la naturale e catastrofica conseguenza
nel caso in cui dovesse passare (o fosse già passata) la linea della sua controparte: la nullità del praticantato di oltre
settanta tirocinanti (in assenza di requisiti, tutti i periodi di praticantato diretti da Fidora
non avrebbero alcun valore) e manifestare la mia perplessità davanti all’infantile (e suicida) operazione degli studenti
tirocinanti del Laboratorio che, schierandosi contro Fidora, confermerebbero di fatto la nullità del loro tirocinio.
No, non commento, e non voglio neanche perdermi nel labirinto dei loro aggiornamenti (o mancati aggiornamenti).
Piuttosto, auspicando che si chiarisca l’intera questione (comprese le
pratiche giornalistiche effettuate su “Ateneo Palermitano”, registrazione
scaduta n. 9/1975), e che si prendano finalmente in considerazione le legittime aspettative dell’Istituto Superiore di Giornalismo
dell’Ateneo ai fini della convenzione con l’Ordine dei Giornalisti e del riconoscimento del praticantato e
dell’accesso agli esami di stato per giornalisti professionisti, vi lascio alle
chicche del web che vi racconteranno
al posto mio l’aria non precisamente idilliaca che si è certamente respirata fino a poco tempo fa e che forse ancora
si respira dalle parti del Laboratorio di Giornalismo dell’Università degli Studi di Palermo.
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