ottobre 2004 numero 34

attualità
Lettera aperta al direttore amministrativo dell'Università 
di Palermo
Firmata da Cgil, Cisl, Uil, Snals e Cisal è stata indirizzata all'interessato,
a tutto l'Ateneo e agli Organi di stampa

nella foto: Una riunione sindacale

Frequenta l'Università da oltre due anni ... ma ha crediti sufficienti per continuare?
Stiamo parlando del direttore amministrativo dell'Ateneo (di Palermo, n.d.r.).
Potremmo dire che sta ancora studiando per acquisire il diploma universitario. Dopo tutto, con il nuovo ordinamento, la laurea, sia pure breve, si consegue dopo tre anni. Il Nostro, che viene da altro Ente, ha dovuto studiare per affrontare di volta in volta tutte le molteplici e variegate problematiche del mondo universitario che non trovano riscontri in altre Amministrazioni.
Per queste ragioni e per evitare che si pensasse che le 00.SS. erano prevenute nei confronti dell'attuale direttore amministrativo, scelto a maggioranza dal C.d.A., abbiamo atteso con atteggiamento propositivo e paziente che imparasse "il mestiere", ma dopo due anni circa i risultati ci sembrano alquanto deludenti.

L'autonomia che la legge riserva all'Università per il perseguimento dei propri fini istituzionali, in ambito didattico, della ricerca scientifica, organizzativa, finanziaria e contabile, per il raggiungimento di obiettivi apprezzabili, presuppone che il vertice cui è demandata l'attività di gestione sia sufficientemente preparato e dotato di iniziativa, intraprendenza, sicurezza, padronanza e conoscenza delle questioni del mondo universitario: requisiti che pare non siano ancora posseduti dal nostro direttore amministrativo, o quanto meno non traspaiono dalla sua azione amministrativo-gestionale.
Di certo, invece, si è constatato che, anche per questioni di ordinaria amministrazione, ha scelto la "sicura" strada dei quesiti all'Avvocatura dello Stato le cui risposte, tra l'altro, hanno ingenerato ulteriori incertezze e confusione. Vorremmo ricordare, per inciso, che dovrebbe esistere una precisa relazione tra la retribuzione percepita e l'assunzione di responsabilità.

Tutto questo poco importa al rettore: ciò che conta è che il direttore amministrativo segua pedissequamente il suo "indirizzo politico-accademico" anche negli atti di gestione, rinunciando di fatto ad esercitare il proprio ruolo per il quale, comunque, riceve il lauto compenso da manager.
Si è rivelato, quindi, utile strumento, sensibile e servile verso chi (sia dall'interno dell'Università che dall'esterno) egli ritiene gli possa garantire un futuro in questa Amministrazione, facendo una " propria graduatoria di merito" e ponendo in essere una sorta di gerarchia tra i presidi, i direttori di Dipartimento, i dirigenti, i docenti, il personale T.A. e le OO.SS.

In base a questi criteri "scriteriati", all'Università di Palermo, se si è in cima alla gerarchia, si riesce ad ottenere benefìci e privilegi come il potenziamento della propria struttura, un contributo, un trasferimento, l'affidamento di un incarico di responsabilità, l'aumento della retribuzione di posizione, un settore da gestire ecc.; diversamente, sorge qualche problema: una stretta di mano ed un sorriso sono comunque assicurati, con evasive promesse che forse qualcosa si potrà fare.
Nel frattempo l'esimio direttore:
- ha autorizzato per alcuni dipendenti il pagamento dell'indennità di responsabilità e per altri la maggiore retribuzione di posizione senza tenere conto che il CCNL e il CCI prevedono specificatamente quali debbano essere le posizioni funzionali cui attribuire le varie indennità;
- ha autorizzato corsi di formazione di vario livello, sempre per pochi, senza dare pari opportunità a tutti gli interessati;
- ha autorizzato progetti per il miglioramento dei servizi, sui fondi destinati a tutto il personale, per attività che, invece, si configurano prettamente istituzionali;
- ha attribuito a dipendenti di categoria EP molteplici incarichi impegnativi, disconoscendo che il lavoratore non può prestare attività per più di 9 ore al giorno e che esistono altri dipendenti di categoria EP senza alcun incarico;
- ha istituito settori ed uffici senza la dovuta informazione alle OO.SS. e in difformità alla struttura organizzativa che, sebbene fantomatica, è stata comunque approvata dal Consiglio di Amministrazione;
- ha violato, in diverse occasioni, alcuni punti previsti dal CCNL (informazione, consultazione, concertazione ecc.), coinvolgendo, tra l'altro, anche il rettore che, come responsabile di parte pubblica, potrebbe rispondeme dinanzi alla Magistratura del lavoro.

Dinanzi a questa situazione ci corre l'obbligo di informare il Magnifico Rettore e il C.d.A. che questo modo di gestire l'Ateneo, alla stregua di una società feudale nella quale i rapporti di vassallaggio sono di tipo privato, non solo non è ispirato al rispetto delle corrette relazioni sindacali ma ha, inoltre, ingenerato, secondo una logica di lottizzazione che persegue criteri di opportunità politica e di interessi particolari, un enorme contenzioso con la maggior parte dei dipendenti e una forte disaffezione al lavoro che non giova certamente a nessuno.

Pertanto le scriventi OO.SS. chiedono urgente incontro con la M.V. e si riservano eventuali azioni sindacali, non escludendo le vie giudiziarie.


I Segretari territoriali Cgil, Cisl, Uil, Snals e Cisal


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