settembre 2004 numero 33

attualità
Nasce il "Kore": ad Enna il quarto Polo universitario siciliano
Dieci attualmente le Facoltà, venti i corsi di laurea e cinquemila gli iscritti, provenienti da tutta la Sicilia

di  Francesca Patanè

nella foto: Una veduta di Enna

Trentasette anni dopo la prima mossa a cura dell’allora presidente della Provincia Gino Curcio, superando tutti gli ostacoli possibili e immaginabili, non ultimi i giudizi negativi sulla sua costituzione dei tre rettori accademici siciliani che non hanno mai visto di buon occhio l’idea di un quarto polo universitario ad Enna, è stato firmato dal ministro Letizia Moratti il decreto istitutivo della libera Università ennese “Kore”. 
A conclusione di un lungo e complicatissimo iter, dunque, l’attuale presidente della Provincia di Enna ed ex presidente del Consorzio Cataldo Salerno ce l’ha fatta.
Grazie alla sua ostinazione, ma anche – al di là della “triplice alleanza” le cui reazioni danno ai più l’impressione di temere il vacillare di equilibri più o meno consolidati – all’appoggio di un altro ex presidente della Provincia Elio Galvagno e soprattutto agli interventi determinanti, alla Regione siciliana, dello stesso presidente Totò Cuffaro, dell’allora assessore alla Pubblica Istruzione Fabio Granata, e del vicepresidente dell’Assemblea Mirello Crisafulli.

Il quarto Polo universitario siciliano, secondo gli ambiziosi progetti del presidente Salerno, collaborando strettamente, in particolar modo, con le province di Caltanissetta e Agrigento, dovrebbe proiettare il nuovo Ateneo in una dimensione "mediterranea".
Al momento, sono dieci le Facoltà presenti al "Kore" in convenzione con gli Atenei di Catania e Palermo, con venti corsi di laurea complessivi e circa cinquemila iscritti, provenienti da tutta la Sicilia.

Il Polo accademico ennese - il cui contributo regionale per l'anno accademico 2006/2007 dovrebbe attestarsi su circa due milioni di euro, almeno secondo la variazione di bilancio presentata recentemente dal presidente Cuffaro - dovrà superare un periodo di transizione della durata di quattro-cinque anni per poter proseguire l'attività didattica autonomamente.
In questo periodo saranno effettuate verifiche e stilate valutazioni, che però non spaventano i sostenitori del progetto e tra essi il sindaco della città Rino Ardica, che ha parlato dell'importante traguardo come di un "avvenimento storico" per il capoluogo siciliano.


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