aprile 2004 numero 28 

attualità
Palermo: uno studio dell'Ateneo sul lavoro nero
Il 44 per cento delle aziende è irregolare: un occupato su tre è "sommerso"

di Manfredi Pomar

nella foto: La Facoltà di Economia dell’Università di Palermo

Una ricerca della società Artha - condotta in collaborazione con il Dipartimento di Contabilità nazionale della Facoltà di Economia palermitana e con la Confartigianato, e finanziata dal Fondo sociale europeo, dal Ministero del Lavoro e dalla Regione - rivela che il 44% degli imprenditori della provincia di Palermo utilizza per portare avanti la propria azienda il sistema del "lavoro nero".
La ricerca, che si chiama "Oro nero", ha in copertina l'immagine dell'isola Ferdinandea, emersa nel canale di Sicilia nel 1831 e dopo alcuni mesi di nuovo scomparsa in mare.

Il fenomeno si inquadra in un tessuto imprenditoriale locale in cui - come si legge sullo studio - l'economia e il mercato del lavoro sono impregnati di irregolarità.

C'è poi, accanto ai totalmente irregolari, tutta una categoria di dipendenti che, pur "regolari" nell'assunzione, deve subire comportamenti scorretti, ma "indispensabili" se vuole continuare a rimanere occupata: dal lavoro straordinario non pagato, alla retribuzione inferiore a quella inizialmente pattuita, fino alla lettera in bianco per le "volontarie" dimissioni da firmare al momento dell'assunzione.

Tra i due sessi, secondo la ricerca,il lavoratore irregolare che più frequentemente si incontra nelle aziende di Palermo e provincia è generalmente donna, nubile, età inferiore ai ventisei anni, mediamente istruita e occupata in imprese con meno di dieci dipendenti.

Anche il sistema di reclutamento non è dei più trasparenti: quasi la metà degli impiegati ha dichiarato di aver ottenuto il posto grazie a conoscenze personali, il 16% tramite concorso e il 12% ha ammesso di aver fatto ricorso al mai archiviato sistema delle raccomandazioni.
E loro, i lavoratori che si trovano in situazioni del genere, sono pure contenti. "Visti gli alti livelli di disoccupazione giovanile che caratterizzano il mercato del lavoro nella provincia - si legge nella ricerca - chi trova un posto, per quanto precario, si ritiene comunque soddisfatto".

A fronte dell'incresciosa situazione,il presidente della Regione Salvatore Cuffaro - presente all'ufficializzazione della ricerca allo Steri insieme all'assessore al Lavoro Raffaele Stancanelli - dal canto suo, non ha mancato di dichiarare:"Piangiamo con un occhio perché se c'è questo alto tasso di lavoratori irregolari, vuol dire che la percentuale ufficiale di disoccupati in Sicilia, il 18 per cento, in realtà è minore".


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