Riforma didattica: definito il testo
Pronta la riforma-Moratti del "3+2", si
cambia rotta: l'attuale sistema del primo triennio di base cui poter far seguire un
biennio specialistico non soddisfaceva l'attuale ministro dell'Istruzione e
dell'Università Letizia Moratti, per mesi al lavoro allo scopo di studiare modifiche e
innovazioni all'attuale legge.
E sono molte, infatti, le novità in arrivo: dal "numero chiuso" al ritorno a un
corso di laurea senza interruzioni per Giurisprudenza. Probabile anche una nuova
definizione dei titoli universitari.
Prima dell'approvazione, però, il testo dovrà essere valutato dal Cun (Consiglio
universitario nazionale), dal Cnvsu (Comitato nazionale di valutazione del sistema
universitario), dalla Crui (Conferenza dei rettori delle Università italiane), dalle
commissioni parlamentari competenti e approvato dalla Corte dei Conti.
Il sistema del "3+2", tuttavia, viene rivisto, ma non rivoluzionato, e
sostituito con quello dell'"1+2+2". Il nuovo modello, infatti, con un percorso a
"Y", prevede infatti un primo anno comune a tutti gli studenti, che
successivamente hanno la possibilità di optare per un biennio
"professionalizzante", se sono interessati a lavorare subito, oppure seguire un
percorso "metodologico" di tipo teorico, se invece l'interesse è quello di
approfondire ulteriormente gli studi. Saranno gli Atenei, però, a fissare criteri e
meccanismi di accesso ai due bienni, a stabilire il numero di crediti necessario (minimo
60) per il passaggio dal primo al secondo livello e a decidere se ammettere o no ciascuno
studente, in base ai suoi requisiti curriculari, a proseguire gli studi. In altre parole,
all'autonomia di ciascun Ateneo è affidata la possibilità di puntare sulla qualità dei
propri percorsi formativi (aumentando il numero di crediti minimo necessario per il
prosieguo deglistudi), o sulla quantità dei propri laureati, stabilendo per loro criteri
più blandi.
Sistemi di selezione sono previsti anche per il biennio di specializzazione. Per quanto
riguarda le Facoltà di legge, la riforma-Moratti metterà fine, probabilmente, alle
lunghe polemiche seguite alla precedente riforma. Il "3+2", infatti, aveva
avuto, nell'ambiente di legge, un'accoglienza tutt'altro che favorevole in quanto
considerato mortificante per chi avesse voluto avere nel settore una formazione unitaria.
Per queste Facoltà è stato deciso un triplice percorso: l'"1+2" per chi
sceglie una laurea "professionalizzante; l'"1+2+2" per una formazione di
tipo più specialistico (non molto diverso dal percorso dell'attuale sistema) e
l'"1+4", un percorso di studi senza interruzioni (dopo il primo anno comune),
destinato proprio a quegli studenti interessati a una formazione unitaria.
Non cambiano invece, con la riforma-Moratti, i percorsi didattici dei corsi di laurea di
odontoiatria, medicina e chirurgia, veterinaia e architettura, regolati da norme europee.
Pare che il ministro Moratti voglia anche introdurre nel testo finale del decreto una
nuova denominazione dei titoli di studio, per meglio distinguere i due tipi di laurea.
L'attuale laurea triennale continuerà a chiamarsi "laurea", mentre gli studenti
che porteranno a termine il quinquennio otterranno la "laurea magistralis" (120
crediti formativi minimo), ai cui percorsi si potrà accedere anche con i diplomi
universitari di durata triennale. Chi invece proseguirà con il triennio successivo,
quello del dottorato di ricerca, potrà arrivare alla "laurea doctoralis". Le
Università, inoltre, potranno rilasciare - al conseguimento della laurea e della laurea
magistralis - diplomi di master universitari di primo e di secondo livello. Le
denominazioni dovrebbero essere sottoposte ora al parere dell'Unione Europea per essere
adottate da tutti i Paesi membri.
Altra novità della riforma il "supplemento di diploma", un certificato che
verrà rilasciato insieme al titolo di studio e che conterrà il curriculum scolastico
dello studente al fine di facilitare l'iter burocratico di inserimento nel mercato del
lavoro e una maggiore mobilità in tutti gli Atenei d'Europa.
Il nuovo sistema voluto dalla riforma-Moratti, tuttavia, non avrà tempi brevi per la sua
applicazione. Sarà difficile, infatti, che gli Atenei possano cominciare fin dall'inizio
del nuovo anno accademico a causa della lunga fase di consultazione a cui è destinato il
provvedimento.
Ma come hanno preso i rettori la riforma didattica che sta per essere varata per gli
Atenei italiani? A giudicare dalle reazioni a caldo della Crui (Conferenza dei rettori
delle Università italiane) espresse dal suo presidente Piero Tosi, l'accoglienza non è
stata fredda, ma nemmeno caldissima.
La riforma al "3+2" disegnata dal ministro Letizia Moratti è stata infatti
approvata dai responsabili degli Atenei italiani con alcune riserve.
"Non vogliamo l'introduzione di modifiche obbligatorie fin da ora - ha dichiarato a
nome di tutti i colleghi Piero Tosi - e vorremmo evitare di cambiare il nome alle lauree e
ai master". Insomma, se il ministro Moratti credeva di avere finito con la
definizione del testo di riforma a cui lavora da mesi, si sbaglia di grosso: forse per lei
il bello deve ancora cominciare ...
Francesca Patanè
|