logoa.jpg (4414 byte)

ATTUALITA'

linea.jpg (991 byte) linea.jpg (991 byte) linea.jpg (991 byte)
logob.jpg (5799 byte)

periodico di informazione universitaria

Riforma didattica: definito il testo

Pronta la riforma-Moratti del "3+2", si cambia rotta: l'attuale sistema del primo triennio di base cui poter far seguire un biennio specialistico non soddisfaceva l'attuale ministro dell'Istruzione e dell'Università Letizia Moratti, per mesi al lavoro allo scopo di studiare modifiche e innovazioni all'attuale legge.
E sono molte, infatti, le novità in arrivo: dal "numero chiuso" al ritorno a un corso di laurea senza interruzioni per Giurisprudenza. Probabile anche una nuova definizione dei titoli universitari.
Prima dell'approvazione, però, il testo dovrà essere valutato dal Cun (Consiglio universitario nazionale), dal Cnvsu (Comitato nazionale di valutazione del sistema universitario), dalla Crui (Conferenza dei rettori delle Università italiane), dalle commissioni parlamentari competenti e approvato dalla Corte dei Conti.

Il sistema del "3+2", tuttavia, viene rivisto, ma non rivoluzionato, e sostituito con quello dell'"1+2+2". Il nuovo modello, infatti, con un percorso a "Y", prevede infatti un primo anno comune a tutti gli studenti, che successivamente hanno la possibilità di optare per un biennio "professionalizzante", se sono interessati a lavorare subito, oppure seguire un percorso "metodologico" di tipo teorico, se invece l'interesse è quello di approfondire ulteriormente gli studi. Saranno gli Atenei, però, a fissare criteri e meccanismi di accesso ai due bienni, a stabilire il numero di crediti necessario (minimo 60) per il passaggio dal primo al secondo livello e a decidere se ammettere o no ciascuno studente, in base ai suoi requisiti curriculari, a proseguire gli studi. In altre parole, all'autonomia di ciascun Ateneo è affidata la possibilità di puntare sulla qualità dei propri percorsi formativi (aumentando il numero di crediti minimo necessario per il prosieguo deglistudi), o sulla quantità dei propri laureati, stabilendo per loro criteri più blandi.

Sistemi di selezione sono previsti anche per il biennio di specializzazione. Per quanto riguarda le Facoltà di legge, la riforma-Moratti metterà fine, probabilmente, alle lunghe polemiche seguite alla precedente riforma. Il "3+2", infatti, aveva avuto, nell'ambiente di legge, un'accoglienza tutt'altro che favorevole in quanto considerato mortificante per chi avesse voluto avere nel settore una formazione unitaria. Per queste Facoltà è stato deciso un triplice percorso: l'"1+2" per chi sceglie una laurea "professionalizzante; l'"1+2+2" per una formazione di tipo più specialistico (non molto diverso dal percorso dell'attuale sistema) e l'"1+4", un percorso di studi senza interruzioni (dopo il primo anno comune), destinato proprio a quegli studenti interessati a una formazione unitaria.
Non cambiano invece, con la riforma-Moratti, i percorsi didattici dei corsi di laurea di odontoiatria, medicina e chirurgia, veterinaia e architettura, regolati da norme europee. Pare che il ministro Moratti voglia anche introdurre nel testo finale del decreto una nuova denominazione dei titoli di studio, per meglio distinguere i due tipi di laurea.
L'attuale laurea triennale continuerà a chiamarsi "laurea", mentre gli studenti che porteranno a termine il quinquennio otterranno la "laurea magistralis" (120 crediti formativi minimo), ai cui percorsi si potrà accedere anche con i diplomi universitari di durata triennale. Chi invece proseguirà con il triennio successivo, quello del dottorato di ricerca, potrà arrivare alla "laurea doctoralis". Le Università, inoltre, potranno rilasciare - al conseguimento della laurea e della laurea magistralis - diplomi di master universitari di primo e di secondo livello. Le denominazioni dovrebbero essere sottoposte ora al parere dell'Unione Europea per essere adottate da tutti i Paesi membri.

Altra novità della riforma il "supplemento di diploma", un certificato che verrà rilasciato insieme al titolo di studio e che conterrà il curriculum scolastico dello studente al fine di facilitare l'iter burocratico di inserimento nel mercato del lavoro e una maggiore mobilità in tutti gli Atenei d'Europa.

Il nuovo sistema voluto dalla riforma-Moratti, tuttavia, non avrà tempi brevi per la sua applicazione. Sarà difficile, infatti, che gli Atenei possano cominciare fin dall'inizio del nuovo anno accademico a causa della lunga fase di consultazione a cui è destinato il provvedimento.

Ma come hanno preso i rettori la riforma didattica che sta per essere varata per gli Atenei italiani? A giudicare dalle reazioni a caldo della Crui (Conferenza dei rettori delle Università italiane) espresse dal suo presidente Piero Tosi, l'accoglienza non è stata fredda, ma nemmeno caldissima.
La riforma al "3+2" disegnata dal ministro Letizia Moratti è stata infatti approvata dai responsabili degli Atenei italiani con alcune riserve.
"Non vogliamo l'introduzione di modifiche obbligatorie fin da ora - ha dichiarato a nome di tutti i colleghi Piero Tosi - e vorremmo evitare di cambiare il nome alle lauree e ai master". Insomma, se il ministro Moratti credeva di avere finito con la definizione del testo di riforma a cui lavora da mesi, si sbaglia di grosso: forse per lei il bello deve ancora cominciare ...

Francesca Patanè


giurispr2.jpg (25102 byte)


La Facoltà di Giurisprudenza
di Palermo


Il progetto di riordino passa ora agli Organi consultivi e alla Corte dei Conti. Corso di laurea senza interruzioni per le Facoltà di legge italiane



NOTES
I tuoi appunti sull'articolo:


Scrivi al direttore

Iscriviti alla mailing list


Cerca nel sito

Torna alla home page

linea.jpg (991 byte)

Registrazione Tribunale di Palermo n° 16 del 12-13 luglio 2001
©Ateneo Palermitano
Periodico di informazione universitaria
Direttore Responsabile Francesca Patanè
Questa rivista è soggetta alla legge sul diritto d'autore
Sede legale, direzione, redazione, uffici: Via Quintino Sella, 48 - Palermo
e-mail direttore@ateneopalermitano.it
Progetto grafico, impaginazione: Sergio Fabra