Dall'altra
parte della barricata
"Ateneo Palermitano" è un giornale
telematico di informazione universitaria, una finestra aperta su tutte le realtà
accademiche italiane. Non è, invece, lorgano di informazione ufficiale
dellUniversità di Palermo. Perché, allora, la scelta di questo titolo? Per capirlo
occorre fare un passo indietro e raccontare una storia, anzi la registrazione fedele di un
fatto di "malauniversità".
Sono stata direttore editoriale di "Ateneo Palermitano", mensile di informazione
dellUniversità di Palermo, dal novembre del 94 allottobre del 97,
su incarico dellAteneo.
Per la verità ricoprivo tutti i ruoli, visto che ci lavoravo da sola. E siccome pensavo -
e lo penso ancora - che una pubblicazione periodica non ha ragione di esistere se non
viene rispettata la sua periodicità, spesso a casa tiravo fino a notte, per scrivere
articoli o correggere bozze. Gratis, perché formalmente non dimostrabile, ma questa è
unaltra storia.
A me comunque bastavano le attestazioni di stima dei lettori e le strette di mano calorose
del mio direttore responsabile, il rettore dellAteneo.
ripensarci, sono stata coraggiosa, allora, ad accettare la proposta di ripetere
lesperimento della pubblicazione che altri prima di me avevano più volte tentato:
"Ateneo Palermitano", allinizio era una gatta da pelare. Fuori metafora,
si trattava di buttarci lanima, a chi poteva fare gola?
Le cose cambiarono nel 97. Lesperimento aveva avuto successo e qualcuno
ritenne il giornale maturo per essere trasformato da "centro di servizio" a
"centro di potere" (suo, naturalmente). Inoltre era necessario metterlo sotto un
diretto controllo (sempre suo) per poterlo alloccorrenza più agevolmente censurare,
cosa che puntualmente egli fece con lultimo numero - lunico che riuscii a
"pubblicare", in fotocopia, sotto la sua "egida" - colpevole di essere
sfuggito al controllo e di contenere un contributo esterno non in linea con il suo
pensiero. Il Chiarissimo, per meglio dire lAmplissimo, ne bloccò, infatti, la
diffusione.
Vittima predestinata dellintera operazione, naturalmente, il direttore editoriale
della rivista, mentre il direttore responsabile, fuori dai giochi che sottobanco si
stavano giocando, si avviava stancamente alla fine del suo mandato di rettore.
Io comunque non mi ritengo vittima, perché formalmente sono ancora il direttore
editoriale di quel giornale, visto che nessuno, né allora, né dopo, mi ha mai revocato
lincarico!
Intanto "Ateneo Palermitano", sospeso da oltre un anno e dunque legalmente
decaduto dal punto di vista della proprietà, rischiava di passare ad altre mani non
necessariamente... accademiche.
Da qui la decisione di riprenderne la pubblicazione, registrandolo di nuovo (a mie spese)
e recuperando personalmente la proprietà della testata.
Oggi sono il direttore responsabile di questa nuova avventura editoriale, che si pubblica
per i tipi della casa editrice "Edizioni Steri" di Palermo.
Fine della storia.
La nuova edizione di "Ateneo Palermitano" che troverete in rete, dunque, con
lUniversità di Palermo, non ha niente a che fare. Ma facendo informazione a largo
spettro si occuperà anche, naturalmente, dei "fatti" accademici locali, non
intesi come cronaca dellattività delle strutture dellAteneo, visto che non
possiamo accedere, come prima, alla documentazione istituzionale. Per lUniversità
di Palermo, di cui sappiamo, come si dice, vita morte e miracoli, faremo quindi
informazione e soprattutto controinformazione. Perché la verità è sempre una. E non ha
colori politici, né simpatie sindacali, né inciuci lobbistici. E ad essa hanno diritto
tutti, ma soprattutto quelli che pagano le tasse, e cioè gli studenti, a cui questa nuova
edizione di "Ateneo Palermitano" è in particolar modo rivolta.
f. p. |