Ebbene sì, anch’io sono una… baronessa. Lo confesso e non mi pento, anzi, devo
dire che ci sto pure bene in questo nuovo ruolo che da qualche settimana mi sono
cucita addosso.
Per la verità sono una baronessa sui generis, non distribuisco
cattedre e titoli a parenti e amici, al massimo foto e confetti. Perché? Ma
perché ora ho un figlio laureato, diamine! E io, che baronessa sono, anche se
sui generis, non potendo assicurargli un posto all’Università, gli assicuro la
celebrità di un editoriale a lui dedicato su “Ateneo Palermitano”! Vi pare poco?
Be’, ognuno offre quello che ha e poi, si sa (e io l’ho sempre detto, del
resto): i figli so’ piezz’e core, i miei “colleghi” baroni capiranno. Insomma, non
capita tutti i giorni vedersi dedicare un editoriale dalla sottoscritta! Ah! Il
potere della stampa baronale!
Ecco, diciamo che questo è il mio regalo per lui: c’è chi regala ai figli le
proprie pubblicazioni modificando il nome puntato dello spazio “autore” e chi
scrivanie e poltrone per diritto ereditario. Io la poltrona ce l’ho e mi fa pure
il massaggio, però – sarò egoista – ma quella me la tengo stretta per i miei
anni peggiori e non ho intenzione di regalarla neppure a lui: ho imparato bene
dall’ex rettore Silvestri dell’Ateneo Palermitano (cioè, dell’Ateneo di Palermo,
non confondete capre e cavoli, per piacere), che al trono rettorale è rimasto
abbarbicato per quasi un decennio.
Eh, sì, le lezioni servono. Io, per esempio,
per tornare all’argomento, a furia di scrivere di baronati e parentopoli sono
finita a fare le stesse cose che fanno loro, o quasi, insomma: loro
distribuiscono posti di lavoro e io notorietà. Certo i primi appagano (e pagano)
meglio della seconda; ma con la notorietà ci può anche essere, di conseguenza,
qualche posto assicurato, no? Prendete quelli del Grande Fratello (o della
Fattoria, o della Talpa o dell’Isola dei Famosi… caspita, come sono ferrata in
materia!): perché credete che facciano a gara per presentarsi? Ma per trovare
posto in Tv!
Vabbè, non è la mia massima aspirazione vedermi un figlio velino in
televisione, ma in tempi di vacche magre, tra lavoro che non c’è, soldi che non
bastano, ministri che tagliano i fondi, meglio un velino oggi che un baronetto
domani, anche perché io di baroni e baronetti ne ho piene le…scatorse (leggasi
borse in forma di scatole).
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