di  n. n.

L’integrazione passa prima di tutto attraverso la lingua e anche se ormai l’inglese mette d’accordo tutti non può esserci inclusione reale in un Paese senza conoscerne la lingua.

Da questa constatazione è partita l’Università di Palermo per l’istituzione nei primi mesi del 2007 della Scuola di Lingua italiana per stranieri diretta da Mari D’Agostino, che ha l’obiettivo di promuovere attività didattiche, di formazione, di consulenza e di ricerca nel campo dell’insegnamento dell’italiano come seconda lingua.

La Scuola di Lingua italiana per stranieri, il circuito scolastico pubblico, le Associazioni di volontariato, i rappresentanti sociali e istituzionali e le comunità straniere presenti a Palermo hanno avuto occasione di confrontarsi insieme su questi temi lo scorso 14 marzo in una Giornata di Studio – “L’italiano per gli stranieri. Politiche di inclusione sociale” – organizzata dal Dipartimento di Scienze filologiche e linguistiche della Facoltà di Lettere e Filosofia diretto da Laura Autieri perché – come si legge sulla brochure di presentazione – “il possesso della lingua italiana costituisce un diritto fondamentale per ogni uomo, donna e bambino che si trovi a studiare, lavorare, vivere in Italia”.

Oltre trecento sono stati finora gli stranieri che attraverso la Scuola dell’Ateneo hanno imparato a parlare in italiano fianco a fianco con gli studenti palermitani.

Quanto mai opportuna quindi l’iniziativa del Dipartimento “in assenza di una legge regionale sull’immigrazione e di fronte a interventi spesso frammentari e episodici delle diverse istituzioni locali”, nella speranza che giornate di studio del genere possano indurre le Amministrazioni a un’inversione di tendenza e a una maggiore sensibilizzazione nei confronti del problema, sempre più pressante e generalizzato.

All’incontro, oltre al preside della Facoltà di Lettere Vincenzo Guarrasi, era presente anche il rettore dell’Ateneo Giuseppe Silvestri.