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La Corte dei Conti ha bocciato per la seconda volta il nuovo
regolamento per il reclutamento dei ricercatori universitari.
A oggi risultano dunque validi solo i concorsi banditi prima del 27 febbraio di
quest’anno in quanto, con la conversione in legge del decreto Milleproroghe,
le norme preesistenti in materia di reclutamento, valide fino allo scorso 15
marzo, sono decadute. “È una
notizia sconfortante – ha commentato Giovanni Ricco, segretario dell'Adi,
l’Associazione dottorandi e dottori di ricerca italiani, che ha diffuso
sull’argomento un comunicato stampa - Il nuovo regolamento, anche se solo in
parte, presentava una modernizzazione delle selezioni con il coinvolgimento
di studiosi stranieri e una valutazione basata sul riconoscimento del merito
e del lavoro svolto”. “Con questa bocciatura – ha concluso Ricco -
continuiamo ad avere modalità concorsuali poco trasparenti e non in linea
con il resto del mondo”.
I giudici
hanno puntato il dito, in particolare, sulla questione dei referee anonimi,
già oggetto di un loro primo rilievo a gennaio scorso. Su questo punto ha
replicato il sottosegretario Luciano Modica, che ha sottolineato quanto il
giudizio dei revisori anonimi è "il sistema usato in tutto il mondo per
valutare i candidati ai posti nelle Università e negli Enti di ricerca".
Allo stato
attuale dunque, gli Atenei italiani non hanno alcuna normativa di
riferimento per bandire i concorsi e il sistema si trova nel caos più
completo.
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