Eccoti, alfine, privo delle tue bodygirl che ogni giorno
innalzano muri di gomma per difenderti dal mondo; eccoti,
mentre scansi affettati di ipocrisia e castrati di carriera;
eccoti, finalmente, armato solo del tuo carrello, tra i banconi
delle offerte speciali...
E dove avrei potuto incontrarti, altrimenti, mio Magnifico, se non al
supermercato? Oh, non perché, come dice quel tuo docente, ormai
l'Ateneo è ridotto a un esamificio, ma perché,
visto che anche gli esseri superiori hanno bisogno di nutrirsi
e persino gli accademici si alimentano, prima o poi - è chiaro -
proprio al supermercato ti avrei potuto incontrare.
Certo mi ha fatto impressione vederti concentrato sui
salumi e sui surgelati mentre là fuori il resto del mondo universitario
scalpita contro il ministro di ferro, ma una cosa è la
protesta accademica e un'altra quella
della pancia quand'è vuota. Sacrosante proteste entrambe, condivido.
E poi, si sa: in Italia qualsiasi rivoluzione finisce all'ora di pranzo.
Però una cosa te la devo dire (scusa se uso il tu confidenziale):
non è consono al tuo status gironzolare alla ricerca dei prezzi
più bassi, perché - questo lo sanno tutti - più basso è il prezzo e più scarsa è
la qualità.
Vedi per esempio, le tasse dei nostri studenti universitari.
Tu stesso hai detto che sono le più basse d'Italia.
Non sarà mica un caso che i servizi - a voler dar credito alle statistiche riportate di tanto
in tanto dalla stampa nazionale - sono pure tra i più pessimi. Che dici? Più pessimi non si dice?
Ma non si dice perché è sbagliato o non si dice perché, come diceva quel tale,
i panni sporchi è meglio lavarli in casa e senza tanta pubblicità?
Certo che 'ste tasse ti fanno dannare. Personalmente io non ho ancora capito se, come dire?,
è nato prima l'uovo o la gallina. E' come il gatto che si morde la coda (perdona il mio reiterato uso di proverbi):
le tasse sono basse perché è scadente la qualità, oppure è scadente la qualità e dunque le tasse sono più basse?
(non sei obbligato a rispondere).
Ma non divaghiamo.
Chissà cosa pensavi, quando mi guardavi, lì al supermercato. Perché, tra un'occhiata ai cosciotti di pollo e un'altra
alle mozzarelline di bufala campana, hai avuto persino il tempo di guardare me.
Grazie, mio Magnifico.
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